Ma in Italia la maggioranza è contraria alle unioni gay

Soltanto il 47% degli intervistati guarda con favore ai matrimoni tra persone dello stesso sesso. I più aperti per il sì? Due under 35 su tre. Pd e M5S divisi, moderati convinti sul no

Ma in Italia la maggioranza è contraria alle unioni gay

La questione delle unioni e dei matrimoni tra omosessuali continua a dividere gli italiani. Si è assistito di recente alla mobilitazione di numerosi cittadini schierati dall'una e dall'altra parte. Pochi giorni fa a Roma si è svolto il Family day nel quale sono emerse molte posizioni avverse a concedere il matrimonio tra gay. E in questi giorni si svolge a Milano la Pride week , con manifestazioni cui parteciperà anche il sindaco. L'opinione pubblica mostra un forte spostamento di posizioni al riguardo con il passare degli anni. Sino a poco tempo fa, la grande maggioranza era nettamente contraria alle unioni gay e lo era in misura ancora maggiore se si parlava di matrimoni. Ad esempio, nel febbraio 2009 un sondaggio Ispo aveva rilevato una percentuale del 25% di favorevoli ai matrimoni tra gay e i restanti intervistati contrari o (in minima parte) indecisi. Oggi una ricerca Eumetra mostra come la quota di chi accetta il matrimonio tra omosessuali sia quasi raddoppiata rispetto ad allora, salendo al 47%, vale a dire, sostanzialmente (considerando il margine di approssimazione insito in tutti i sondaggi di opinione) pari alla metà degli italiani sopra i 18 anni. D'altra parte un altrettanto recente sondaggio Demos (condotto per Repubblica ) stima la percentuale di favorevoli al 53%, un valore non tanto dissimile.

Dunque, riguardo a questa questione, gli italiani si dividono di fatto a metà. Le due parti, di opposta convinzione, appaiono però significativamente molto diverse tra loro, sia dal punto di vista demografico, sia da quello dell'orientamento politico.

Uno dei criteri di differenziazione più rilevanti è costituito dall'età. Tra i più giovani, fino ai 35 anni, il consenso per il matrimonio gay giunge a sfiorare i due terzi dei rispondenti (64%). Un valore che si accresce tra chi è studente, ove il favore giunge al 78%. Tra chi ha tra i 35 e i 45 anni i rispondenti si dividono a metà. Il quadro si inverte completamente dopo i 45 anni, sino al segmento di popolazione che ha più di 65 anni, ove tre intervistati su quattro si dichiarano contrari al matrimonio gay. È un dato che si conferma anche considerando il titolo di studio. Tra chi detiene un'istruzione di livello minore (tra costoro sono più frequenti gli anziani), l'avversità ai matrimoni gay è più accentuata.

A questa netta frattura generazionale si affianca quella di ordine politico. Come era facilmente prevedibile, chi si colloca a sinistra o nel centrosinistra è nettamente più favorevole di chi si definisce invece di destra o centrodestra o di chi non assume una posizione al riguardo. Le ostilità maggiori si manifestano tra gli elettori di Forza Italia, nel Ncd e, in misura ancora maggiore, tra i votanti per la Lega (73% di contrari). Ma anche la maggioranza di chi è indeciso o orientato all'astensione appare avversa ai matrimoni gay. Tra i votanti per il Pd e, ancor più, per Sel o per il Movimento 5 Stelle, viceversa, la gran parte è favorevole (anche se, comunque, il 45% degli elettori Pd e il 35% di quelli del Movimento 5 Stelle sono contrari). È interessante notare che, anche all'interno dell'elettorato dei diversi partiti, i giovani appaiono comunque sempre più favorevoli ai matrimoni tra gay. L'età si conferma come la variabile determinante nell'orientare le opinioni a riguardo.

Naturalmente, tutto il dibattito riguarda i matrimoni (e anche le unioni) tra gay e non l'atteggiamento verso gli omosessuali in quanto tali. Ad esempio, quasi l'80% della popolazione dichiara che non avrebbe nessun problema se il proprio figlio o la propria figlia avesse un amico gay. Ma il 37% afferma che avrebbe «molti problemi» se invece di una amicizia si trattasse di un fidanzamento. E il 18% dichiara che avrebbe comunque «qualche problema». Anche se per quasi quattro italiani su dieci (il 38%) una relazione sentimentale del figlio o della figlia con un omosessuale non creerebbe «nessun problema».

Insomma, la questione continua ad essere controversa.

Anche se, come si è detto, l'atteggiamento generale della popolazione è andato fortemente mutando nel tempo (e cambia significativamente in relazione all'età), affrontare in qualche modo questa netta frattura di opinione tra i cittadini appare nel nostro Paese piuttosto complesso. Con una metà di italiani schierata da una parte e l'altra metà sul verso opposto, la problematica susciterà senza dubbio scontri e contrapposizioni molto accesi.

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