Sportelli pubblici in via d'estinzione. Non è questa la novità. Nell'era in cui (quasi) tutto è un comodo tête-à-tête col tablet, e le file davanti allo sportello di un burocrate sembrano preistoria, ecco il paradosso. Quelle poche che restano (di file, cioè le code davanti agli sportelli pubblici) sono lunghe, affollate, lente e dure da smaltire. Oggi, più vent'anni fa. Lo dice un report effettuato dall'Ufficio studi della CGIA su dati Istat, reso possibile dall'indagine che l'Istituto di statistica conduce periodicamente su individui maggiorenni, i quali hanno riferito un'attesa superiore di 20 minuti davanti agli sportelli della nostra Pubblica Amministrazione.
Per dare una misura di come i tempi d'attesa si siano allungati, basti pensare che, da venti anni fa fino al 2017 (ultimi dati disponibili), la coda per gli sportelli delle ASL è incrementata in media di circa 19 persone; mentre di 13 unità (pazienti individui in fila) è aumentata quella che potremmo trovarci di fronte a uno sportello dell'ufficio anagrafe del nostro Comune di residenza. I più lenti a smaltire le code? Le regioni del Sud. Presso gli sportelli delle ASL, i tempi d'attesa più lunghi e sonnacchiosi si verificano in Calabria, Basilicata e Puglia. Lazio, Sicilia e (ancora) Puglia sono invece le regioni dal centro in giù in cui si attende di più negli uffici anagrafe. Più dinamici, rapidi ed efficaci gli smaltimenti delle code (per entrambi i tipi di sportello) sono il Friuli Venezia Giulia, il Veneto e la Valle d'Aosta. Campione d'efficienza assoluto il Trentino Alto Adige.
«A pagare il conto di queste inefficienze spiega Paolo Zabeo, coordinatore dell'Ufficio studi non sono solo i cittadini, ma anche molti micro-imprenditori. Ricordo che oltre il 70 percento dei 3 milioni di artigiani e commercianti presenti in Italia lavora da solo. Pertanto, quando un autonomo si deve recare presso un ufficio pubblico che, spesso, è aperto solo al mattino, è costretto ad abbassare la saracinesca della propria attività e a mettersi in fila. Crediamo che molti uffici pubblici che hanno un rapporto diretto con il cittadino dovrebbero, tuttavia, organizzarsi in funzione di quest'ultimo e non in relazione alle esigenze di coloro che lo gestiscono. In particolar modo al Sud, dove l'efficienza della nostra Pubblica amministrazione è spaventosamente insufficiente».
Ritmi da lumache al tempo in cui la vita è tutta un click: e il Mezzogiorno sembra proprio meno al passo col Millennio, rispetto ai numeri implacabili di questa analisi. Nel 2017, come detto, 52,7 intervistati su 100 hanno dichiarato di aver atteso più di 20 minuti davanti allo sportello di una ASL: il 56 percento in più che nel 1997, quando i sistemi informatizzati e digitali, per la Pubblica Amministrazione, non erano certo la quotidianità. 23,8 su 100, sono gli intervistati di due anni fa dall'Istat che hanno sofferto lunghe attese allo sportello di un ufficio anagrafe (+126,7 percento in vent'anni).
E ancora: una elaborazione dell'Ufficio studi della CGIA su dati della Banca Mondiale (Doing Business 2019) svela che in Italia sono necessari 228 giorni per ottenere tutti i certificati necessari per costruire un fabbricato ad uso produttivo, laddove la media dell'Area Euro non supera i 186. Nel nostro Paese, dunque, sono necessari circa 42 giorni in più. E per pagare le tasse? A sbrigare una pratica già poco gradevole, per quanto fondamentale, in Italia gli imprenditori impiegano 238 ore, ovvero quasi un mese di lavoro, contro le 147 (11 giorni in meno) del resto dell'Area Euro. Il Tribunale di Roma dispende 1.
120 giorni (poco più di 3 anni) per definire la controversia in cui si sia imbattuto un imprenditore: avesse vissuto in un altro Paese europeo, probabilmente, avrebbe risparmiato 459 giorni. Proprio oggi, in cui non c'è valore più universale e sacrosanto del proprio tempo.
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