Dopo la provocazione, arriva un nuovo pressing di Matteo Renzi sulla legge elettorale. Ieri il premier aveva detto - con una battuta - che il Patto del Nazareno scricchiola. Pensiero ribadito anche alla cena di finanziamento del Pd di ieri sera a Milano. "Il Patto del Nazareno non può essere fermato o rallentato perché qualcuno ha paura di mandare avanti le riforme: se c’è chi dice che dobbiamo fermare, bloccare, prendere tempo, sospendere, aspettare ancora, se qualcuno pensa di fare il temporeggiatore, noi diciamo che andiamo avanti da soli".
Dalla prossima settimana "saremo in Parlamento a incardinare il testo di riforma della legge elettorale", in "Senato dopo la prima lettura alla Camera", ha assicurato il presidente del Consiglio. Che poi, in merito all'Italicum, ha spiegato: "Siamo nelle condizioni di affermare un meccanismo per cui c’è la possibilità per la maggior parte dei parlamentari di essere eletti con le preferenze e gli altri con un sistema bloccato. Facciamo una legge elettorale in cui c’è uno che vince. Perché se ci fosse stato il Porcellum per l’elezione del Papa, sarebbero usciti in quattro da San Pietro dicendo "ho vinto io". Bisogna garantire la governabilità. Guardate cosa accade negli Stati Uniti: Obama è oggi alla guida di un Paese ma contro ha sia il congresso che il Senato. Con l’Italicum invece c’è uno che vince ed è responsabile di quello che si fa e quel che non si fa. E si riduce il potere di ricatto dei piccoli partiti. Ho letto di tutto sul cosiddetto patto del Nazareno, ma è un accordo che porta nel luogo delle decisioni anche soggetti politici che stanno all’opposizione, perché le regole del gioco si scrivono insieme". Il ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi, invece prova a mediare: "Con Fi sulla legge elettorale siamo molto vicini ad un accordo. Abbiamo i capilista scelti dal partito e le preferenze per gli altri; manca qualcosa sulle percentuali. Ma se FI si tirerà indietro noi dovremo andare avanti comunque con gli altri partiti",
Insomma, adesso Renzi strizza l'occhio al Movimento 5 Stelle. Non per nulla, dopo l'asse sulla Consulta, il vice presidente della Camera, Luigi Di Maio, apre alla possibilità di altri accordi futuri con il Pd. "Se il Pd usa il buon senso per argomenti che interessano la collettività, noi ci saremo", dice Di Maio.
Che poi, sulla legge elettorale precisa: "Noi ce l'abbia già: è il Consultellum, che è il risultato di una votazione condivisa sulla rete tra migliaia di persone. Il Pd oggi ne ha fatta una buona, magari può farne un'altra...".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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