Altro che Cina e India, il disastro ambientale noi europei ce l'abbiamo in casa. O meglio sopra casa, visto che Ursula von der Leyen è Presidente della Commissione Europea. Ma a dispetto del titolo, e di tanti, illuminati discorsi su transizione ecologica ed economia verde, quel Presidente si guarda bene dal dare il buon esempio. Lunedì scorso si è presentato alla Cop 26, la conferenza Onu sul clima in corso a Glasgow, a bordo di un jet privato. Che - mutatis mutandis - è come dire «se non avete pane mangiate brioche». I jet privati sono, infatti, la vera bestia nera degli ecologisti. Secondo i calcoli dell'Ong ambientalista Transport&Environment (T&E) le due tonnellate di anidride carbonica sputate in una sola ora di volo da un aero-taxi equivalgono a un quarto delle emissioni di CO2 emesse da un comune cittadino europeo nel corso di un intero anno. Eppure più che una disattenzione quella di Ursula sembra un'abitudine. Stando al quotidiano britannico The Telegraph la von der Leyen sarebbe ricorsa al jet privato per almeno la metà dei 34 viaggi ufficiali intrapresi in veste di presidente della Commissione. Non ha rinunciato alla comodità dell'aereo-taxi neppure quando ha dovuto spostarsi tra Vienna e Bratislava, due capitali distanti appena sessanta chilometri. Come dire quaranta minuti d'automobile o meno di un'ora di treno. Abituata a questi agi figuriamoci se la signora si preoccupa di salire su un treno o su auto per distanze maggiori. Nel 2020 ha ordinato un jet da Bruxelles a Londra per arrivare in tempo ai negoziati commerciali della Brexit. E si è ben guardato dal farne a meno quando, in compagnia di un gruppo di frettolosi commissari, ha dovuto spostarsi dalla sede del Parlamento Europeo di Strasburgo a quella di Bruxelles.
In auto o in treno quei 440 chilometri non richiedono più di tre ore e mezza, ma in aereo, beata la comodità, volano via in meno di un'ora. Con questi precedenti Ursula si è ben guardata dal risparmiarsi il jet privato quando le discussioni sul Recovery Fund l'hanno costretta ad un trasferimento di 540 chilometri tra Lisbona e Madrid. Dopo le critiche del Telegraph da Bruxelles si è subito fatto sentire Eric Mamer, portavoce e fedele scudiero della Presidente. «I voli ha detto - non li usiamo con leggerezza e la presidente usa il treno ogni volta che può. Ad esempio, per la prima plenaria in presenza post-Covid a Strasburgo la presidente si è recata, con tutto lo staff, in treno Inoltre, il jet utilizzato per Glasgow per la Cop26 era a biocarburante».
Ma, bontà sua, si è scordato un precedente non irrilevante.
A fine settembre 2019, solo tre mesi dopo il voto che garantì la nomina della von der Leyen, l'Ue portò a 10,71 milioni di euro, con un aumento secco di di 3,5 milioni, il budget quinquennale per il noleggio di jet destinati ai propri funzionari. A Bruxelles, insomma, già lo sapevano. La Presidente ama viaggiar comoda e veloce.
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