Karine, trovata morta nel bosco con le mani e i piedi legati. Un denunciato per occultamento

La 26enne aveva problemi di droga. L'uomo accusato: "L'ho solo nascosta per paura"

Karine, trovata morta nel bosco con le mani e i piedi legati. Un denunciato per occultamento
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Si terrà probabilmente domani all'istituto di medicina legale di Milano l'autopsia sul corpo della 26enne italo brasiliana Karine Cogliati, trovata morta domenica pomeriggio da un uomo che stava passeggiando lungo uno spazio verde aperto nella zona boschiva di Costa Lambro, nel comune di Carate Brianza, una decina di chilometri a nord di Monza. Al momento del ritrovamento del cadavere la ragazza era raccolta in posizione fetale e legata con una felpa che passava sotto le gambe, allacciava le caviglie e che le è stata quindi annodata sopra la testa come un sacchetto per trasportarla nel luogo in cui il suo corpo è stato abbandonato. Il cadavere non presentava alcun segno di violenza. E proprio per questo fatto, ormai acclarato, i carabinieri del Nucleo investigativo della compagnia di Seregno (Monza e Brianza) che si occupano delle indagini hanno già denunciato a piede libero un uomo accusandolo però semplicemente dell'occultamento del cadavere della ragazza. Dopo una serie di rapidi accertamenti, infatti, i militari si dicono certi che sia stato lui ad essersi sbarazzato della 26enne: l'uomo sostiene di aver trovato Karin Cogliati già morta e di averla portata in un luogo isolato dopo essersi fatto prendere dal panico e anche dalla paura di essere accusato in qualche modo della sua morte.

Gli investigatori e la procura di Monza con il procuratore capo Claudio Gittardi, allo stato attuale dell'inchiesta sulla vicenda preferiscono tenere un profilo particolarmente riservato. Spiegano che l'esame autoptico disposto sarà determinante per il prosieguo delle indagini ed è facile comprenderne la ragione. Karine Cogliati, nata in Brianza da madre brasiliana e madre a sua volta di due bambine, con denunce per reati minori accumulate negli anni, era una tossicodipendente piuttosto conosciuta al Servizio per la cura delle tossicodipendenze (Sert). Se gli accertamenti sul cadavere dovessero rivelare che la giovane donna è rimasta vittima di un semplice malore, magari dovuto a una overdose, l'inchiesta è destinata a risolversi in breve tempo.

Se invece dall'autopsia dovesse emergere che la sua morte è stata causata da altro, le indagini prenderanno un'altra strada. E a quel punto anche la posizione dell'uomo che ne ha nascosto il cadavere - anche lui è un tossicodipendente - potrebbe cambiare.

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