Kavanaugh ora trema: "Tentò di violentarmi. Pensavo mi uccidesse"

Il giudice nega le accuse: «Mossa politica» Ma è a rischio la nomina alla Corte Suprema

Kavanaugh ora trema: "Tentò di violentarmi. Pensavo mi uccidesse"

New York - È il giorno della resa dei conti per Brett Kavanaugh. Dopo la deposizione fiume della sua accusatrice, «grigliata» dalla commissione giustizia del Senato alla vigilia del voto di conferma del giudice scelto da Donald Trump alla Corte Suprema, è il turno del magistrato, che «nega categoricamente e inequivocabilmente» le accuse di molestie sessuali di Christine Blasey Ford. La donna denuncia di essere stata aggredita ai tempi del liceo, nel 1982, lui parla di una «mossa politica calcolata e orchestrata», affermando che «il suo nome e la sua famiglia sono stati distrutti» da Ford e dalle altre due donne che avanzavano rivendicazioni contro di lui. Più volte si ferma e scoppia in lacrime mentre ripete: «Sono innocente». «Non sono qui perché lo voglio, sono terrorizzata», dice invece lei, visibilmente tesa: «Sono qui perché penso sia un mio dovere civico dirvi cosa è successo». La donna racconta nei dettagli la sua versione dei fatti: «Durante una festa Brett mi ha preso, mi ha spinto sul letto e ha tentato di togliermi i vestiti. Non ce l'ha fatta perché era molto ubriaco e perché io avevo un costume da bagno intero sotto gli abiti. Pensavo mi avrebbe violentata. Ho provato a gridare per chiedere aiuto, ma mi ha tappato la bocca con la mano. Era difficile per me respirare e pensai che mi avrebbe accidentalmente uccisa. Questo è stato ciò che mi ha terrorizzato di più e ha avuto l'impatto più duraturo sulla mia vita». Per Kavanaugh, invece, le accuse sono «calunnie dell'ultimo minuto» e il processo di conferma una «vergogna nazionale», ma ribadisce che non si farà intimidire: «Non lascerò». «Non ho mai avuto alcun incontro sessuale o fisico di alcun tipo con Ford», ribatte: «Non sto mettendo in dubbio che lei possa essere stata aggredita, ma io non l'ho mai fatto, a lei o a nessun altro». «Non ero perfetto allora, come non sono perfetto oggi - prosegue - Bevevo birra, a volte troppa, ma non al punto da perdere il controllo». Lei, invece, insiste di essere «sicura al 100%» ed esclude «errori di identità». «I dettagli di quella notte, che mi hanno portato qui, non li dimenticherò mai, mi hanno perseguitato quando sono diventata adulta», continua, ricordando di soffrire di «ansia e attacchi di panico» quando ci ripensa.

«Le ultime due settimane sono state le più dure della mia vita perché ho dovuto rivivere il trauma di fronte al mondo». Oltre a riferire di aver subito minacce che l'hanno costretta a trasferirsi con la sua famiglia e a vivere sotto scorta. E respinge anche i sospetti di far parte di una campagna dei dem: «Sono stata accusata di agire per motivi politici di parte ma quelli che lo dicono non mi conoscono, sono una persona fortemente indipendente e non sono una pedina di nessuno». La vicenda è diventata un caso nazionale e tiene l'America incollata alla tv. Trump per la prima volta, mercoledì, non ha escluso di poter cambiare idea sul suo pupillo e ritirare la nomina, in caso ci siano elementi a suffragio delle affermazioni di Ford.

E fonti della Casa Bianca citate dalla Cnn dicono che la donna è stata convincente.

Tuttavia per ora il Commander in Chief continua a difendere Kavanaugh e ad ammonire sulla pericolosità di accuse tardive, difficilmente provabili e risalenti a molti anni fa. Prima della deposizione di Ford sia il tycoon che il vice presidente Mike Pence hanno telefonato al giudice per manifestare il loro sostegno, e The Donald gli avrebbe detto di essere aggressivo e determinato nel respingere le accuse.

Come fa sapere la portavoce della Casa Bianca, Sarah Sanders, Trump ha anche deciso di rinviare l'incontro previsto ieri con il vice ministro della Giustizia, Rod Rosenstein: «Il presidente ha parlato con Rosenstein e prevedono di vedersi la prossima settimana, non vogliono fare nulla che interferisca con l'audizione».

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