Erano le 6.12 del mattino quando il generale russo Igor Kirillov usciva dal portone della sua casa di Mosca, insieme con il suo vice. Varcata la soglia, circa 300 grammi di tritolo, piazzati su un monopattino sono stati attivati a distanza e il generale è stato investito in pieno dall'esplosione e ucciso. Un attentato «criminale», secondo Mosca, «un bersaglio legittimo» per Kiev, che ha rivendicato l'attacco contro uno degli uomini più in vista del regime di Putin. Kirillov, generale di alto rango, era capo delle forze di difesa nucleare, biologica e chimica e nel suo curriculum ci sono diverse accuse di aver utilizzato armi chimiche proibite in Ucraina da lui stesso perfezionate, la creazione di un sistema lanciafiamme, lo sviluppo dei veleni utilizzati contro gli oppositori, una durissima propaganda di regime al limite del paradossale ma anche il coordinamento della contestata missione russa in Italia durante la pandemia.
L'onda d'urto ha mandato in frantumi le finestre dell'abitazione e anche parte della credibilità del servizio segreto di Mosca, dato che Kirillov è il militare di più alto grado ucciso non in battaglia. «Kirillov era un criminale di guerra e un obiettivo completamente legittimo, ha dato ordine di usare armi chimiche proibite contro l'esercito ucraino. Una fine così ingloriosa attende tutti coloro che uccidono ucraini. La punizione per i crimini di guerra è inevitabile», commenta una fonte di Kiev che conferma la mano dei servizi segreti ucraini. Non a caso Kirillov è stato condannato in contumacia da un tribunale ucraino per l'uso di armi chimiche durante il conflitto: almeno 4.800 i casi di utilizzo accertati. Di contro, Mosca schiuma rabbia. Il comitato investigativo russo parla di «atto di terrorismo» e annuncia un'inchiesta rapidissima mentre i mai moderati falchi del Cremlino affilano accuse e minacce. Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitri Medvedev attacca: «Kiev lancia attacchi codardi e spregevoli in città pacifiche, si preparino all'immediata vendetta». La sempre presente portavoce della diplomazia russa Maria Zakharova alza il tiro. «Un intrepido soldato, che non si è mai nascosto dietro le spalle degli altri, combattendo per la patria e per la verità che ha denunciato sistematicamente, con fatti alla mano, i crimini degli anglosassoni». Da copione, visto che lo stesso Kirillov è stato per anni uno dei principali megafoni della propaganda e delle bufale diffuse dal Cremlino, come l'esistenza di laboratori di bioterrorismo a Kiev, la creazione e l'utilizzo di zanzare killer e topi kamikaze oltre appunto, ad aver implementato l'arsenale letale di Mosca e coordinato la più che ambigua missione dei soldati russo sul territorio italiano durante la pandemia. Tra le tante reazioni, la più significativa quella del governo britannico che afferma: «Non piangeremo la sua morte».
La guerra intanto va avanti, nelle sue diramazioni. Per esempio il servizio di sicurezza ucraino ieri ha scoperto 12 agenti che svolgevano attività di spionaggio per conto della Russia in zone che ospitano caccia F-16 e sistemi di difesa aerea, segno ulteriore di come il conflitto sia anche «ibrido» e non solo sul campo. Il presidente ucraino Zelensky, che oggi a Bruxelles vedrà il segretario della Nato Rutte e alcuni leader in vista del consiglio europeo di domani, è tornato a chiedere supporto difensivo e auspicato una «pace duratura».
«Il prossimo anno potrebbe essere quello in cui finirà questa guerra e dobbiamo garantire che sia così, con una pace che Putin non possa più rompere, una pace reale e duratura», ha detto. Ma intanto, tra bombe, missili e attentati, la guerra è ben lontana dal fermarsi.
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