Kiev vuole usare armi occidentali contro Mosca. In arrivo il via libera di Washington e di Londra

Il segretario di Stato Usa Blinken e il suo omologo britannico, Lammy, volano da Zelensky per discutere le strategie militari

Kiev vuole usare armi occidentali contro Mosca. In arrivo il via libera di Washington e di Londra
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Il piano di Erdogan, quello pirotecnico di Orbán, le proposte di Scholz, la mediazione di Nehammer, i colloqui di Modi, le proposte di Wang Yi, le piattaforme saudite e qatariote, il raduno dei 150 di Shmyhal. Tutti si danno un gran da fare per mettere Putin e Zelensky attorno allo stesso tavolo, forse anche per strappare una candidatura al Nobel per la Pace, ma il lavoro delle diplomazie rischia di saltare in aria da un momento all'altro.

L'Ucraina sta per ottenere il consenso Usa, e non solo, per utilizzare le armi occidentali sempre più in profondità sul territorio russo. Gli appelli di Zelensky (ieri a colloqui con i suoi 007) sembrano essere stati accolti da Biden, così come da Londra, tant'è che oggi il segretario di Stato americano Blinken, assieme all'omologo britannico Lammy arriveranno a Kiev per discutere di strategie militari (il premier Starmer invece vedrà Biden venerdì alla Casa Bianca). All'incontro prenderanno parte anche ufficiali di Usa, Gran Bretagna, Francia, Germania e Svezia. La presenza scandinava è un po' la novità dell'ultima ora, ma da ieri Stoccolma ha deciso di giocare a carte scoperte. Non è più un mistero che durante l'assalto russo al 179° centro di formazione interforze di Poltava siano stati uccisi anche istruttori e miliziani provenienti dalla Svezia. Così come non è un caso che il giorno dopo la strage (58 morti) il ministro degli Esteri Billstrom si sia dimesso. Stoccolma ha la necessità di giocare un ruolo nei futuri scenari. E Putin non ha mai fatto mistero di aver messo Paesi Baltici, Polonia e Scandinavia tra i primi obiettivi di una possibile invasione.

L'altro aspetto che respinge opere di mediazione riguarda la fornitura di missili balistici iraniani a Mosca. Tra l'altro dozzine di militari russi sarebbero stati addestrati in Iran all'uso dei sistemi Fatah-360. La Casa Bianca aspetta ulteriori verifiche, ma Borrell (Ue) ha presentato ai 27 le sanzioni contro Teheran. Francia e Germania si accodano, e la Gran Bretagna, che parla di «significativa escalation», chiude i collegamenti aerei diretti. Putin va avanti per la sua strada e dà il via alle esercitazioni navali con la Cina nell'Oceano Pacifico, Artico, Mar Baltico, Mar Caspio, e persino nel Mediterraneo, a Tartus (Siria).

Ieri sul campo si è assistito al più imponente assalto di droni ucraini sul territorio della Federazione. Circa 150 velivoli kamikaze hanno colpito le regioni di Mosca, Tula, Bryansk, Kaluga, Voronezh e Lipetsk. La contraerea russa sostiene di averne abbattuti almeno metà, ma le immagini mostrano le esplosioni contro obiettivi militari e palazzine residenziali. Sul campo si segnala l'avanzata delle truppe di Mosca verso il Sud del Donetsk.

Anche la regione di Kharkiv è nuovamente tenuta sotto scacco. Nel Kursk risulta difficile per le armate di Syrsky (criticato in Parlamento) guadagnare ulteriore terreno. Secondo Mosca gli ucraini starebbero perdendo 200 soldati al giorno.

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