"Gli immigrati sono i nuovi partigiani". Le parole di Laura Boldrini hanno creato non poche polemiche nel giorno della Liberazione. Ma la tesi della presidente della Camera raccoglie qualche consenso da parte di Cecile Kyenge. L'ex ministro nel suo blog sull'HuffingtonPost afferma: "Nel giorno della Liberazione non scordiamo chi deve essere ancora liberato". Il riferimento è agli immigrati. E così anche la Kynege si avventura in un paragone che fa discutere: "Giorgio Marincola aveva 22 anni quando è morto in Val di Fiemme nell'ultima strage commessa dai nazisti prima di lasciare l'Italia, nel 1945. Giorgio era nato nella Somalia italiana, figlio di una donna somala e di un maresciallo maggiore italiano. Partigiano nero, come tanti altri poco conosciuti in tutto il Paese, ha dato la vita per liberare l'Italia dal nazi-fascismo, per una pace che l'Europa ancora mantiene, dopo 70 anni da allora. Ho pensato a lui quando alcuni giorni fa, nella mia visita al centro di accoglienza di Taranto, si è avvicinato a me un gruppo di profughi somali. Il volto è segnato dalle lacrime. Raccontano il viaggio che hanno compiuto per raggiungere le nostre coste. Alla ricerca della pace. Il villaggio da cui sono partiti su cui la barbarie di Al Shabab (gruppo estremista islamista somalo) si è abbattuta, trucidando gli abitanti. Il viaggio, le sevizie, le torture degli schiavisti".
E ancora: "I corpi sono segnati dalle cicatrici della frusta. Gli occhi sono quelli di chi ha visto un orrore impossibile da dimenticare. Un braccio spezzato da un trafficante. Ogni incontro, ogni storia mi segna nel profondo, rafforzandomi sempre più nelle mie convinzioni: non esiste ragion di Stato di fronte alla tortura o alla morte". Infine parla dell'Europa: "Manca ancora, e serve, una Mare Nostrum Europea.
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