Il «brand Landini» costa agli iscritti-lavoratori della Cgil 4 milioni e 722mila euro l'anno. Eventi, web tv, piattaforme online, fotografi, ufficio stampa, viaggi, manifestazioni, libri, giornali: una macchina da guerra che pesa sulle casse del primo sindacato (rosso) italiano milioni e milioni di euro. Quando arrivò al timone del Cgil Landini fu chiaro: «Il portavoce? È un lusso che non possiamo permetterci». Stop. E così dopo oltre 40 anni di servizio, nel 2022, fu licenziato lo storico addetto stampa (di Cofferati, Camusso, Epifani) Massimo Gibelli. Fu l'inizio di una nuova era fatta di risparmi, lacrime e sangue per il sindacato? Niente affatto. Landini ha costruito una vera e propria macchina da guerra, una specie di Istituto Luce, rosso, per la propaganda anti-governo.
Ma soprattutto per assecondare la sua possibile «ambizione politica». Il Giornale è in grado di ricostruire le spese sostenute dalla Cgil nell'anno 2023 per la propaganda. Solo il «comparto comunicazione» pesa sulle casse del sindacato 2 milioni e 460mila euro. In che modo Landini spende quei soldi, che arrivano dalle iscrizioni e dai servizi fiscali (tipo i patronati Inca-Cgil) che il sindacato presta in cambio di rimborsi da parte dello Stato. L'assegno più grosso è per la Futura srl, una scatola creata da Landini nel 2021 per gestire la comunicazione del sindacato, di cui è socio al 15 % anche il patronato Inca-Cgil. Nel 2023 Futura incassa 1.927.576. La somma serve per finanziare le varie attività. Tra cui i 335 mila e 728 euro per la piattaforma Lab e 326.048 per il personale. Il cannone di fuoco di Futura srl è Collettiva, la piattaforma attraverso cui veicolare tutti i video del segretario generale. Tutte le dirette dalle piazze vengono gestite da «Collettiva» che risulta anche casa editrice e società di produzione di Podcast. Nel bilancio 2023 è iscritta una spesa di 1.509.800 alla voce «supporto» Futura Srl. La comunicazione Cgil non si esaurisce con Futura. Tra le spese spunta la somma di 18mila e 744 euro per i fotografi che devono immortalare i tour di Landini e le altre iniziative dei sindacati. Il «portavoce» è un lusso abolito. Ma resta l'ufficio stampa che nel 2023 è costato 178mila euro. Mentre la web tv pesa sulla Cgil per 13mila e 966. C'è un altro capitolo di spesa importante nella gestione Landini: scioperi e iniziative pubbliche. Sono gli eventi durante i quali (come lo sciopero di domani) l'ex leader Fiom mette nel mirino il governo Meloni. Nel 2023 per scioperi e manifestazioni la Cgil ha speso la somma 2.262.186. La manifestazione del 7 ottobre 2023, intitolata La Via Maestra, è costata 492 mila euro e 364. Si tratta dell'evento in piazza in difesa della Costituzione contro le riforme del governo Meloni come premierato e autonomia differenziata. Non proprio una battaglia sindacale. Una manifestazione al quale presero parte tutti i leader del campo largo. Da Elly Schlein e Giuseppe Conte. La sinistra fa opposizione, i lavoratori della Cgil pagano. Per la manifestazione sulla sanità del 24 giugno 2023 la Cgil ha sborsato 132.534. La campagna per lo sciopero generale del 17 novembre 2023 è costata 350mila euro. Mentre sono stati già accantonati 100mila euro per un'eventuale campagna referendaria.
Insomma, più che un «sindacato», quello guidato da Landini, che domani sarà a Bologna per lo sciopero generale, assume sempre di più il profilo di un partito. Che ha bisogno continuamente di «comunicare». Le fabbriche e gli operai possono attendere.
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