L'immagine è di quelle che straziano il cuore, come la sua perdita, quella di un bambino di undici anni che ha lottato con tutte le sue forze contro un tumore, che alla fine non gli ha lasciato scampo.
Vincenzo Semeraro aveva coraggio e tanta forza, e lo sa bene tutto il rione Tamburi di Taranto, che ieri non riusciva a rassegnarsi a questa perdita. I suoi compagni non volevano lasciarlo andar via e sono rimasti per interminabili minuti attaccati ai vetri di quel carro funebre, che trasportava la sua bara. Ci hanno creduto tutti fino all'ultimo che riuscisse a sconfiggere quel linfoma linfoblastico primitivo nelle ossa, dovuto, secondo moltissimi cittadini, alle emissioni nocive dell'ex Ilva.
Lacrime, disperazione di una città che si è radunata in piazza Caduti sul Lavoro. Il rione Tamburi non voleva rassegnarsi e l'ha accompagnato al cimitero San Brunone.
«Hanno rubato il futuro a una generazione e continuano a parlare di miliardi persi dimenticando il valore delle vite umane perse nella città dell'Ilva», ha scritto su Facebook il coordinatore nazionale dei Verdi Angelo Bonelli. «Abbiamo visto bambini dell'età di Vincenzo piangere, aggrappati alle loro madri, gli occhi pieni di paura - ha aggiunto l'associazione Genitori Tarantini -. Ma i bambini non devono avere paura e non devono piangere un loro amico. Una storia vista e vissuta già troppe volte».
Da anni sono sotto accusa le emissioni dell'impianto siderurgico, costruito troppo a ridosso della città.
E secondo una buona parte dei medici pugliesi proprio l'esposizione alle sostanze cancerogene potrebbe aver determinato o concorso a determinare il cancro che ha ucciso Vincenzo.
I medici avevano diagnosticato al bambino un tumore alle ossa alla fine del 2019. Dopo essersi sottoposto a diversi cicli di chemioterapia al Policlinico di Bari, l'estate scorsa era partita una raccolta di fondi, per permettere ai genitori di portare Vincenzo al Bambin Gesù di Roma, per un trapianto di midollo e i cittadini sono riusciti a raccogliere 8mila euro. Ma nelle ultime settimane l'undicenne era risultato positivo al tampone per il Covid-19 ed è stato ricoverato al Bambin Gesù di Roma. Ma nonostante lo sforzo dei sanitari è stato impossibile strappare il piccolo paziente alla morte.
Gli stessi bambini, che ieri non volevano separarsi da lui per tenerlo ancora in qualche modo vicino, per proteggerlo da quel
posto freddo e impersonale che è il cimitero, a giugno lo avevano aspettato sotto la finestra di casa per salutarlo e darli il coraggio di affrontare quel viaggio della speranza verso Roma. Quel viaggio che ora è finito.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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