«Ormai c'è psicosi per Astrazeneca», dicono gli esperti Ema mentre, per tranquillizzare i cittadini dopo alcuni eventi avversi riscontrati in Italia e in altri Paesi europei, hanno avviato un'ulteriore review accelerata sul vaccino di Oxford. Ma anche l'Irlanda, dopo Danimarca, Norvegia e Islanda, stoppa le somministrazioni. In Italia, invece, si indaga su alcune morti sospette, l'ultima ieri in Piemonte: la diffidenza è strisciante e le disdette per il vaccino aumentano. Dunque servono controlli. Come quelli che stanno facendo all'Istituto superiore di sanità. E servono rassicurazioni autorevoli. Come quelle del presidente di Aifa, Giorgio Palù: «Non c'è alcun rischio con Astrazeneca - dice alla trasmissione Mezz'ora in più -. C'è molta emotività rispetto ai vaccini, ma a tutt'oggi, e questo vale anche per Astrazeneca, non c'è alcuna correlazione sinora dimostrata né un nesso causale tra la somministrazione del vaccino e le morti che si sono verificate». Una tesi ribadita in serata anche dalla compagnia anglo-svedese: «Un'attenta revisione di tutti i dati di sicurezza disponibili di oltre 17 milioni di persone vaccinate nell'Ue e nel Regno Unito con il vaccino AstraZeneca ci sono stati 15 eventi di trombosi venosa profonda e 22 eventi di embolia polmonare segnalati tra coloro a cui è stato somministrato il vaccino. Questo dato è molto più basso di quanto ci si aspetterebbe che si verifichi naturalmente in una popolazione generale di queste dimensioni ed è simile per altri vaccini Covid-19 autorizzati». Anche i numeri confermano le casualità e non la causalità delle morti avvenute in persone che si erano state vaccinate con il siero di Oxford.
Il caso Regno Unito può tranquillizzare. Ieri «solo» 52 morti per Covid mentre sono stati somministrati ben 25 milioni di vaccini. Durante questo percorso, gli ostacoli ci sono stati. Come le vittime 275 su 11 milioni di persone vaccinate, rilevate alcuni giorni dopo la somministrazione di AstraZeneca. E anche se sono stati casi i coagulazione del sangue, non ci sono al momento prove di un nesso di causa ed effetto tra l'inoculazione e la morte, se non quello temporale che può essere del tutto casuale. Per questi decessi, l'agenzia regolatrice inglese ha offerto fondate spiegazioni scientifiche: riguardavano «persone anziane o con malattie di base», oppure «gli eventi fatali non indicavano un legame con la vaccinazione». In sostanza, in tutti i casi «la revisione delle segnalazioni individuali non suggerivano che il vaccino avesse svolto un ruolo nella morte».
Tra l'altro, l'Ema stessa ha spiegato che in Europa sono stati in tutto 30 le persone che hanno segnalato eventi tromboembolici dopo l'iniezione (non tutti mortali) del vaccino di Oxford su quasi 5 milioni di persone immunizzate con il vaccino anti-Covid AstraZeneca e «il numero di eventi tromboembolici nelle persone vaccinate non è superiore al numero osservato nella popolazione generale».
Anche nel comunicato della casa farmaceutica si precisa che da un'analisi dei dati di sicurezza su oltre 10 milioni di somministrazioni «non è emersa alcuna prova di un aumento del rischio di embolia polmonare o trombosi venosa profonda in qualsiasi gruppo di età, sesso, lotto o in qualsiasi paese in cui è stato utilizzato il vaccino AstraZeneca contro il Covid». Al contrario «il numero di questi eventi è significativamente inferiore nei soggetti vaccinati rispetto al numero osservato nella popolazione generale».
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