Pugno duro del governo britannico contro i vandali che minacciano il Paese. Mentre altri 6mila poliziotti antisommossa erano pronti a scendere in strada per far fronte all'ennesima notte di violenza, ieri i primi tre uomini accusati di disordini violenti sono stati condannati a pene detentive che vanno dai 30 mesi ai tre anni. Del resto, il Premier Keir Starmer aveva preannunciato che gli autori di atti, considerati dalla stessa Direzione della Procura Generale alla stregua di atti di terrorismo, non avrebbero avuto nessuno sconto, nessuna giustificazione.
Questo non significa che gli attacchi che stanno travolgendo Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord, stiano diminuendo, anzi, proprio ieri aveva destato molta preoccupazione una lista, apparsa su Telegram e postata in precedenza da un'associazione antirazzista, che indicava una trentina di edifici da difendere, perché possibili obiettivi delle prossime violenze e dove ora si temevano gli scontri peggiori tra gruppi contrapposti di destra e sinistra. In una Londra praticamente blindata il primo sindaco musulmano della città Sadiq Khan raccomandava a tutti di rimanere in allerta, fermarsi per la notte da amici piuttosto che affrontare il solito viaggio da pendolare per tornare dall'ufficio al lavoro. «Invito i genitori a controllare dove si trovano i vostri figli in queste ore» ha detto il primo cittadino visto che nei tumulti sono risultati coinvolti molti adolescenti, persino ragazzini di soli undici anni. Un messaggio alle comunità etniche più colpite come quella musulmana è giunto nel tardo pomeriggio anche dalla vice di Starmer, Angela Rayner. «Sappiamo che siete angosciati ed impauriti, ma vi garantiamo che la polizia è qui per difendervi» ha dichiarato sottolineando che «non esiste giustificazione per i vandalismi».
Per ora però, neppure i 500 posti extra, messi a disposizione nelle carceri per ospitare i prossimi condannati riescono a fermare l'esercito della nuova Little Britain mischiata a Shameless, la due serie britanniche (la seconda si svolge a Chicago, ma il primo format era inglese) di enorme successo che, fregandosene del political correct, così bene sbeffeggiavano la ristrettezza di vedute e il nazionalismo di una certa classe sociale britannica, descrivendo allo stesso tempo il dramma delle periferie abbandonate a se stesse e scippate della loro identità dalla gentrificazione. «Un esercito di invisibili - come spiega il politologo Tim Bale - soggetti tra i 40 e i 60-70 anni, che non sono nativi digitali, ma sono online. Si tratta di gente che va a votare, spesso ha delle forti convinzioni politiche ed è quindi più esposta agli inganni del web e alla radicalizzazione. Non è una categoria di cui i media o i politici si occupano. Quando si parla di pensioni si pensa agli over 70, quando si pensa alla crisi abitativa, ai venti/trentenni. Nessuno vede il gruppo in mezzo a cui quindi, riesce più facile spingere, inosservato, i teenagers verso i tumulti».
È tra di loro che trova terreno fertile Tommy Robinson, leader islamofobo e razzista su cui pesa un mandato di arresto, fondatore di English Defence League, che fino a due giorni fa, sembrava nascondersi in un resort cipriota a cinque stelle, da dove continuava imperterrito a postare messaggi falsi e provocatori. Ora sembra che abbia lasciato anche Cipro e nessuno sarebbe troppo sorpreso di rivederlo riapparire chissà dove nel Regno Unito, come se non se ne fosse mai andato. Forse proprio in quella Scozia che più di tutte respinge la violenza di destra.
Ieri, il leader laburista Anas Sarwar, il politico musulmano più anziano e autorevole del Paese riferendosi ad una possibile manifestazione promossa da Robinson a Glasgow ha dichiarato su X : «In passato gli estremisti di destra hanno tentato di organizzarsi in Scozia e qui a Glasgow, ma sono sempre stati respinti». Intanto l'Home Office britannico su Twitter annunciava le pene detentive a cui andavano incontro i violenti. Dai 7 ai 10 anni di carcere.
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