Si comincia male. È presidente da nemmeno due mesi e già inciampa sui primi scalini. Certo, la sfida al Coronavirus, non è una bischerata, ma il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani si lascia già trasportare (e tradire) dalle emozioni. Non lo fa ovviamente nei modi e nei termini del suo omologo in Campania, Vincenzo De Luca, alle cui intemperanze siamo tristemente abituati e che lo fanno assomigliare ad una maschera di Edoardo De Filippo più che ad un uomo delle istituzioni, ma seppur con l'aplomb quasi inglese che lo caratterizza, anche Giani qualche stilettata a questo governo la manda eccome.
Che venga espresso con accento napoletano o toscano il senso non cambia: il dato di fatto è che Di Maio, Spadafora, Speranza e soci non piacciono nemmeno a quelli del loro stesso schieramento politico. E il tema del contendere è la colorazione a caso dell'Italia per mascherare e far digerire meglio alla gente un lockdown generale già nelle menti degli scienziati romani. Il cartellino rosso appiccicato alla Toscana da oggi fa irritare il mai irritabile Giani. Il Joe Biden di San Miniato si è addirittura sforzato di apparire in diretta Facebook, strumento che usa controvoglia perché gli viene malino, per comunicare ai toscani la sua «sorpresa ed amarezza» nell'aver visto la Toscana passare da zona gialla a rossa in meno di una settimana. «I dati stavano migliorando, dal 9 la curva era in graduale appiattimento, registravamo dati discendenti. Questo è il dato dell'indice Rt, guardate, ve lo fo' vedere», gli scappa il fiorentino agitando il foglio dei numeri.
A far sprofondare la Toscana nel rosso è l'Rt, l'indice di trasmissibilità del virus, quello che calcola quante persone può contagiare un infetto. Per il Comitato tecnico scientifico in Toscana è a 1,8, il più alto d'Italia. «Ma quale 1,8 - sbotta Giani - Noi in questo momento siamo a 1,2, cioè zona gialla». Dallo scenario di rischio moderato a quello più alto «per un meccanismo sbagliato. Assurdo tenere in considerazione oggi, il 13 novembre, i dati relativi all'andamento della curva in regione registrati fra il 2 e l'8 novembre». È arrabbiato con Speranza che ha sentito al telefono poco prima: «Sono un uomo delle istituzioni, rispetto le decisioni del governo, ma stavolta non sono d'accordo. Speranza mi ha sempre detto che, prima di prendere qualsiasi decisione, mi avrebbe chiamato. Invece prima ho dovuto attendere che finisse il collegamento al Tg1».
Critico pure Enrico Rossi, ex presidente della Toscana, alla disperata ricerca della visibilità perduta: «C'è un ritardo perché se questi provvedimenti fossero stati assunti un mese fa, quando era già chiara la ripresa forte del contagio, sarebbe stato sicuramente meglio». Il sindaco di Firenze, Dario Nardella ribatte: «L'amarezza ci sta, ma non siamo in un campionato di calcio. Serve massima unità istituzionale e lavorare pancia a terra. Ma il governo sia trasparente sul meccanismo dei colori». Nei commenti ai post del presidente toscano si scatenano le proteste. «Eugenio ribellati!». Le opposizioni lo incalzano. «Giani si rammarica ma i toscani sono furiosi. Bloccare un'intera regione senza dati attuali non è concepibile», dichiara il senatore di Fratelli d'Italia, Patrizio La Pietra.
La zona rossa in Toscana mette in quarantena anche il mondo del lavoro», commenta il consigliere regionale di Fdi, Vittorio Fantozzi. Ma Giani è think positive: «Vareremo aiuti alle categorie più colpite economicamente».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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