Una tassa sulle flatulenze delle mucche, o meglio agli allevatori di bestiame: così ha deciso la Danimarca, poiché come sappiamo gli allevamenti intensivi sono una delle cause dell'aumento del gas serra. Solo che sono una delle cause minori (se anche abolissimo tutti gli allevamenti intensivi la riduzione dei gas serra sarebbe del 2%, figuriamoci solo la Danimarca). Non che sia sbagliato in assoluto, ma non svuoti il mare con un bicchiere d'acqua.
Tuttavia sarà una cosa che piacerà molto agli ambientalisti (e ai vegani, anche loro hanno le loro ragioni, basta non trovarne mai nessuno a cena), i quali però vogliono riportarci al Pleistocene, sebbene vivano come noi. Perché il mondo ha bisogno di energia, quantomeno il mondo moderno. Nessuno di noi è disposto a rinunciare ai propri comfort, a internet, all'aria condizionata, al riscaldamento, e tutto ciò che facciamo dalla mattina alla sera ha bisogno di molta energia, perfino i post di Greta (i server consumano tantissimo), e l'unica soluzione non inquinante e sicura è il nucleare, che però non piace, perché è un prodotto della tecnologia moderna, o perché le persone pensano a Chernobyl e Fukushima (nel primo caso un disastro dell'incompetenza sovietica, nel secondo di uno tsunami, e noi non abbiamo tsunami né sovietici, per ora).
In
ogni caso, per parlare seriamente, a proposito sulla suddetta tassa danese, che giustamente tassa gli allevatori per le flatulenze di metano delle mucche, a pensarci bene si dovrebbero tassare anche i consumatori di fagioli.
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