L'amico della Boldrini nega la strage di bimbi ed esalta gli attacchi

L'architetto delle manifestazioni anti-Stato ebraico era stato ricevuto dall'ex presidente della Camera

L'amico della Boldrini nega la strage di bimbi ed esalta gli attacchi
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Alla manifestazione pro-Palestina di Milano c'era anche lui. Tra slogan contro Israele e cori che inneggiavano a una «Intifada fino alla vittoria». E c'era pure a Genova, per la stessa causa.

L'architetto Mohammad Hannoun, fondatore dell'Associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese, è uno dei promotori dei sit-in a sostegno di Gaza comparsi in alcune piazze italiane. Al centro di investigazioni nel passato, l'uomo aveva già fatto parlare di sé: era stato infatti accusato, senza però avere mai ripercussioni penali, di nascondere dietro al suo gruppo un sostengo economico ai gruppi di kamikaze palestinesi. E secondo lo Shin Bet, l'intelligence israeliana, i soldi che raccoglie per scopi nobili sarebbero stati invece destinati a strutture militari di Hamas, motivo per cui nei mesi scorsi le autorità di Tel Aviv avevano chiesto il sequestro di fondi da lui raccolti per circa un milione di euro, in parte depositati anche in Italia. Respingendo quelle accuse, Hannoun ha comunque continuato le sue attività pro-Palestina e nelle scorse ore è tornato a farsi sentire, anche con argomentazioni al limite del negazionismo.

Contattato dal Giornale, l'architetto si è infatti infervorato sull'attualità al punto da mettere in dubbio il massacro di donne e bambini nel kibbutz di Kfar Aza, riferito dai fonti israeliane. «È una bugia. Quando hanno ucciso quaranta bambini? Fatemi vedere un solo bambino», ha scandito l'attivista, che nel maggio 2022 aveva pubblicato sui social una foto seguita da polemiche - assieme a Laura Boldrini. «Ho solo incontrato una persona che voleva parlare della situazione umanitaria in Cisgiordania. Non ho approfondito chi fosse», ha precisato lei recentemente, forse imbarazzata per quello scatto circoscritto che ritraeva i due mentre si stringevano la mano. Poi, incalzato sulle violenze contro gli israeliani, Hannoun ha aggiunto: «Anche i partigiani italiani potrebbero aver commesso scorrettezze, in guerra può succedere di tutto. Noi siamo in guerra da 75 anni, non ci lasciano altre scelte». Impossibile non cogliere delle contraddizioni. Da una parte, infatti, l'architetto auspica il rispetto dei diritti umani da parte di tutti, dall'altra però ai microfoni Rai aveva definito l'attacco di Hamas «legittima difesa». Alle nostre domande sull'organizzazione terroristica, ha poi risposto: «Non possiamo metterci a dividere i palestinesi tra buoni e cattivi. Hamas sono palestinesi, Hamas è stata eletta dalla maggioranza del popolo palestinese». E lo slogan «Israele Stato terrorista» scandito dalla folla a Milano? «Confermo». Per il 29 ottobre prossimo Hannoun ha indetto nel capoluogo lombardo un evento dal titolo emblematico: «Gerusalemme è nostra». Il convegno, ci spiega però l'architetto, è ora in forse per motivi di pubblica sicurezza.

Già lo scorso anno la medesima convention aveva destato scandalo. Contestando la presenza tra gli ospiti di Alessandro Di Battista e del senatore dei Verdi, Tino Magni, il renziano Ivan Scalfarotto aveva infatti parlato di conferenza «organizzata da referenti di Hamas in Europa».

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