Una nota di fuoco contro Matteo Renzi dopo la dura reazione sugli sviluppi del caso Open. La giunta dell'Associazione nazionale magistrati ha messo nel mirino le sue parole poiché "travalicano i confini della legittima critica e mirano a delegittimare agli occhi della pubblica opinione i magistrati che si occupano del procedimento a suo carico". Ma una domanda sorge spontanea: perché non è arrivata un'altrettanta presa di posizione netta dopo il comportamento sguaiato contro il leader di Italia Viva, spesso finito in una gogna mediatica?
È proprio quello che fa notare Renzi, rimarcando che la sua vita "è stata scardinata con un dolore personale e familiare e l'Anm è stata sempre in silenzio". Aggiungendo poi che l'appannamento della funzione del magistrato "non dipende da quello che dice Renzi ma da quello che fa un magistrato". Nella giornata di ieri la procura di Firenze ha chiesto il rinvio a giudizio per 15 indagati, tra cui figura proprio l'ex premier per fare luce sul presunto finanziamento illecito ai partiti.
La posizione dell'Anm
La giunta dell'Anm ha messo sotto accusa le dichiarazioni di Renzi, pronunciate non appena ha appreso della richiesta di rinvio a giudizio per la vicenda Open: viene osservato che i pubblici ministeri che hanno chiesto il processo nei suoi confronti "sono stati tacciati di non aver la necessaria credibilità personale in ragione di vicende". Ovviamente fermo restando che si tratta ancora di questioni oggetto di accertamenti non definitivi o ancora tutte da verificare.
L'Associazione nazionale magistrati si è dunque schierata al loro fianco: si sostiene che hanno adempiuto il loro dovere, formulando un'ipotesi di accusa che dovrà essere vagliata, nel rispetto delle garanzie della difesa. Motivo per cui viene giudicato non tollerabile il fatto che "siano screditati sul piano personale soltanto per aver esercitato il loro ruolo".
L'Anm parla di "inaccettabili comportamenti", ritenuti come una aggravante quando sono portati avanti da chi ricopre importanti incarichi istituzionali. In tal modo c'è la preoccupazione di offendere i singoli magistrati e la funzione giudiziaria nel suo complesso, "concorrendo ad appannarne ingiustamente l'immagine di assoluta imparzialità, indispensabile alla vita democratica del Paese".
Renzi si difende
Renzi sostiene che si tratta di una vicenda che finirà "con un buco nell'acqua", anche perché alla base c'è "una tesi strampalata". L'ex presidente del Consiglio si ritiene innocente e augura la stessa innocenza anche ai giudici. "Sono cascati male. Se c'è uno che non si tira indietro sono io. Basta buonismo, ora reagisco", ha aggiunto.
Dal suo canto Renzi ha provveduto a firmare una formale denuncia penale nei confronti dei magistrati Creazzo, Turco, Nastasi. L'atto firmato dal senatore sarà trasmesso alla Procura di Genova, competente sui colleghi fiorentini, per violazione del'articolo 68 Costituzione, della legge 140/2003 e dell'articolo 323 del codice penale. Il leader di Iv ha chiesto di essere ascoltato dai pm genovesi, riservandosi di produrre materiale "atto a corroborare la denuncia penale" contro Creazzo, Turco, Nastasi.
Ma c'è di più: Renzi, intervenuto a Porta a Porta su Rai 1, ha sottolineato che il procuratore Giuseppe Creazzo "è stato sanzionato dal Csm per molestie sessuali". "Lei sarebbe tranquillo a farsi giudicare da un magistrato che è stato accusato di questo?", ha chiesto il numero uno di Italia Viva.
Che comunque continua a dirsi tranquillo e convinto del fatto che tutto ciò rappresenti un processo non sul finanziamento illecito ma sulla politica: "Ma chi è tranquillo non si agita. Ci sarà bisogno di tempo, tra 5 anni. A occhio sono questi i tempi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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