Il vento ammorbante dell'antisemitismo si è rialzato. Soffia sulle piazze dell'odio anti-Israele, entra nelle istituzioni e si infila nelle scuole, anche italiane. I segnali sono inquietanti. Dopo le farneticazioni delle organizzazioni studentesche di sinistra, abbonate a ogni sorta di nefandezza ideologica
, adesso emergono quelle di qualche professore.
Su un paio di episodi il ministero avrebbe già acceso i riflettori, e di particolare gravità è la notizia - di cui il Giornale è in possesso - di uno studente di religione ebraica letteralmente preso di mira da un insegnante, e messo alla berlina in una scuola superiore, nell'ambito di un ossessivo discorso anti-Israele.
La scuola degli antisemiti è un pericolo reale e paradossalmente lo è - come mai si era visto negli ultimi 80 anni - dopo gli attacchi islamisti del 7 ottobre e la reazione israeliana. I collettivi studenteschi sono corsi in prima linea e se i colleghi americani di Harvard hanno inneggiato ad Hamas, molti studenti di atenei e licei italiani non si sono fatti scappare l'occasione per manifestare un'irriducibile ostilità contro lo Stato ebraico. Negli Usa il Senato ha approvato una risoluzione bipartisan che condanna i gruppi antisemiti nei campus e afferma che l'aumento degli episodi di odio università ha creato «un'atmosfera di paura per gli studenti e i docenti ebrei».
Il clima è pesante e il mondo ebraico italiano manifesta grande preoccupazione. A Padova un alunno di un istituto privato frequentato da 700 ragazzi si è presentato a una festa vestito da nazista e una giuria interna lo ha premiato per «l'originalità del costume». Le Comunità ebraiche di Padova e di Venezia hanno protestato per l'«irreparabile atteggiamento di acquiescenza» verso un'ideologia di «disumanità e barbarie» e la direzione si è detta sconcertata spiegando che era parso un «normale» travestimento da soldato.
Come detto, i deliri degli insegnanti politicizzati allarmano. Una docente e dirigente di «Potere al popolo», su un social ha evocato la «soluzione finale», chiarendo poi che intendeva quella a suo dire concepita ai danni dei palestinesi.
Ma la notizia dell'episodio più inquietante arriva da una scuola superiore di una grande città, da tenere opportunamente riservata per non creare ulteriore disagio a chi ne è stato vittima. Dopo il 7 ottobre un professore avrebbe intrapreso un'opera martellante di lavaggio del cervello, assegnando compiti su Israele come «Stato di apartheid» e tenendo - nell'anniversario del rastrellamento del ghetto di Roma - una lezione sugli accostamenti, a suo dire infondati, fra la persecuzione degli ebrei e gli attacchi di Hamas. Inoltre avrebbe alimentato autentiche bufale, vedi il bombardamento dell'ospedale di Gaza da parte di Israele con la morte di oltre 500 palestinesi. E al culmine di questo farneticante indottrinamento, dopo un'esposizione delle ragioni di Israele affidata a un alunno di religione ebraica, avrebbe additato pubblicamente il ragazzo, qualificandolo nel registro elettronico, con nome e cognome, come cittadino italo-israeliano.
Gli uffici scolastici sono stati investiti del caso e stanno verificando l'accaduto.
«Il ministero si è prontamente attivato - ha detto il ministro Giuseppe Valditara contattato dal Giornale - gli organi preposti stanno facendo le verifiche e le loro valutazioni in base a quanto previsto dall'ordinamento». La posizione è di grande fermezza: «Al di là dei singoli casi - avverte - l'antisemitismo, come ogni altra forma di discriminazione, non può avere spazio nella scuola italiana».
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