Karima Baloch, 37 anni, attivista pakistana è uscita di casa domenica a mezzogiorno per una passeggiata a Centre Island a Toronto come faceva spesso, ma non è mai tornata. Il suo corpo è stato trovato lunedì sull'isola vicino a uno specchio d'acqua. Karima si batteva per i diritti degli abitanti della regione del Belucistan, nel Pakistan occidentale, ed è stata una voce critica nei confronti di Islamabad e dell'esercito. Aveva sposato un altro attivista, Hamal Baloch. Nel 2016, è stata inserita nell'elenco annuale della Bbc delle 100 donne più influenti. Ha lasciato il Pakistan nel 2015, dopo che era stata accusata di terrorismo. Ma ha continuato a portare avanti in esilio la sua campagna per i diritti delle persone del Belucistan. Aveva però recentemente ricevuto minacce anonime. Era stata avvertita che qualcuno le avrebbe inviato un «regalo di Natale» e «dato una lezione». La sua morte è stata «non solo una tragedia per la famiglia, ma anche per il movimento nazionale balocco», ha raccontato sua sorella Mahganj.
La provincia del Belucistan è la più grande, ma meno popolata del Paese ed è ricca di minerali. È stata teatro di una lunga rivolta separatista. Gli attivisti sono stati vittime per anni di sparizioni forzate e uccisioni extragiudiziali. Karima ha sempre combattuto ed è stata la prima donna a capo della Baloch Students Organization, un gruppo di attivisti poi dichiarato fuori legge. La sua prima manifestazione pubblica è stata nel 2005, a Turbat dove ha partecipato a una protesta contro le persone scomparse e lei portava la foto di uno dei suoi parenti. Due dei suoi zii, un fratello di sua madre e un fratello di suo padre, sono spariti. I loro cadaveri dopo un po' di tempo sono stati ritrovati. Negli ultimi anni migliaia di attivisti sono scomparsi. Ma l'esercito pakistano nega di reprimere brutalmente le aspirazioni degli autonomisti della regione.
All'inizio di quest'anno, un altro giornalista in esilio in Svezia Sajid Hussain Baloch, è scomparso ed è stato successivamente trovato morto in un fiume vicino alla città di Uppsala. Era parente della giovane attivista. La causa della morte dichiarata è stata l'annegamento.
Lateef Johar, un amico intimo di Karima è stato molto fermo sulla sorte della compagna: «Non credo che sia un incidente o un suicidio. Ci sentiamo tutti minacciati qui. E ho paura quando mi trovo da solo in una strada buia».
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