"L'aumento dei contagi non ci deve spaventare. Il lockdown non tornerà"

Il membro del Cts: aumento previsto. I No Vax? Raschiato il barile, la malattia li immunizzerà

"L'aumento dei contagi non ci deve spaventare. Il lockdown non tornerà"

«Non spaventiamoci per la crescita dei contagi, è fisiologico in questo periodo dell'anno. L'attenzione deve concentrarsi sull'incremento dei ricoveri e delle terapie intensive, due parametri per ora sotto controllo. Il Paese non deve chiudere più, neppure il mondo della montagna sarà danneggiato quest'anno». Fabio Ciciliano, medico della Protezione civile e della Polizia e membro del Cts offre una ventata di ottimismo nonostante gli ultimi bollettini.

Quindi niente più chiusure?

«In caso di incrementi sostanziosi ci saranno chiusure localizzate».

E cosa prevede per Natale?

«È prematuro fare previsioni. Siamo in una fase di analisi ma sono convinto che ciò che è accaduto l'anno scorso non si replicherà grazie soprattutto alla campagna vaccinale. Però bisogna continuare con i comportamenti di buon senso».

Ma i numeri dei contagi crescono in modo esponenziale.

«La diffusione del virus e il numero dei contagi sono importanti dal punto di vista epidemiologico. Ma interessa la tenuta del sistema sanitario».

A Trieste è già emergenza.

«Le aggregazioni No vax hanno causato un incremento dei contagi e un impatto sugli ospedali. E questo ci dice che se non stiamo attenti la situazione può sfuggire al controllo».

Oggi in Austria scatta il lockdown per i non vaccinati. Si potrebbe arrivare a questo anche da noi?

«Penso di no. Finché il vaccino rimane non obbligatorio non possiamo discriminare chi non lo vuole».

Però è fattibile cambiare le regole del green pass?

«La strategia del tampone estensiva deve essere sostenuta dalla fattibilità. Se decido di utilizzare solo i molecolari si allungano i tempi di risposta per ottenere il green pass. Se invece l'obiettivo che si vuole raggiungere è quello di vaccinare tutti, allora la politica dei tamponi va rivista».

Cioè carta verde solo ai vaccinati?

«Così stimolo la vaccinazione con una scelta discriminatoria».

Lei è un sostenitore dell'obbligo vaccinale. È ancora fattibile?

«Esorto la politica a rendere obbligatoria la terza dose per i sanitari: i sanitari sono più esposti e lo scopo dell'obbligatorietà è quello di tutelare l'ammalato, non solo il sanitario. E un medico che fa la terza dose rappresenta un importante esempio per la comunità».

Obbligo anche per i sette milioni non vaccinati?

«Sotto l'aspetto tecnico scientifico la mia convinzione sull'obbligo vaccinale non si è mai modificata per la generalità della popolazione. Anzi, con la riduzione della forza dei vaccini sarebbe ancora più importante sostenere al massimo la vaccinazione universale, per proteggere chi non si può vaccinare».

Il green pass ha perso la sua spinta verso la vaccinazione?

«È chiaro che ormai non stimola più l'immunizzazione. Andiamo a rilento e dobbiamo essere onesti e realisti: abbiamo raschiato il barile delle prime dosi. Concentriamoci sulle terze dosi. E per i no vax sarà la malattia a immunizzare chi si contagia».

Parliamo dei bambini. I suoi li vaccinerà?

«Assolutamente sì. Appena l'Ema darà il via libera. Ho due figli di 8 e dieci anni».

Perché lo farà?

«Innanzitutto me lo hanno

chiesto loro espressamente. Come genitore li voglio proteggere dall'infezione. I ricoveri esistono e sono morti anche 30 bambini durante la pandemia. Poi è un modo per proteggere i nonni e i compagni di classe più fragili».

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