"Lavori coi treni circolanti? Qui era una consuetudine"

I testi davanti ai pm: molti interventi in deroga. Il fratello di Kevin: "Il video per farsi giustizia"

"Lavori coi treni circolanti? Qui era una consuetudine"
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«Mio fratello si è fatta autogiustizia». Antonino Laganà parla in procura, a Ivrea, davanti ai procuratori che indagano sull'incidente di Brandizzo che è costato la vita al fratello Kevin, 22 anni, e a quattro suoi colleghi la notte tra il 30 e il 31 agosto per una serie di errori umani e malfunzionamenti dei sistemi di sicurezza.

Antonino parla come testimone. Lui non è solo il fratello maggiore di Kevin ma un suo collega. Anche lui lavora per la Sigifer, la società di armamento ferroviario di Borgo Vercelli incaricata della maledetta manutenzione dei binari su quel tratto di linea. È lui che ha riconosciuto la vice di uno dei due indagati, Antonio Massa, il dipendente di Rfi incaricato di fare la scorta alla squadra di operai, che diceva a questi ultimi: «Se dico treno, scansatevi», dopo aver deciso di iniziare i lavori malgrado non avesse ricevuto il via libera dalla centrale di Chivasso, che sapeva che sarebbero dovuti passare almeno altri due convogli quella sera. Ed è lui che fa riferimento al video girato da Kevin pochi minuti prima dello schianto e ripescato da un parente del giovane in possesso dei suoi codici di accesso di Instagram. «Penso che il video parli. Mio fratello si è fatto autogiustizia», ha detto Antonino ai magistrati nel corso di quattro ore di colloquio, dopo il quale l'operaio si è allontanato in compagnia del padre Massimo, che ha invitato i giornalisti a lasciarli in pace «con il nostro dolore».

Del video ieri ha parlato, anzi non ha parlato, anche il difensore di Andrea Girardin Gibin, l'altro indagato, il capocantiere della Sigifer scampato per un soffio alla furia del treno. «Posso solo dire - ha detto Massimo Mussato - che il mio assistito è molto provato e profondamente addolorato: ha perso cinque colleghi e amici».

Quanto a Massa, l'indagato su cui gravano le maggiori responsabilità nell'incidente, ha sostituito il suo avvocato d'ufficio, che gli era stato assegnato nel momento in cui era passato da persona informata dei fatti a indagato, con Mattia Moscardini, un cassazionista di Roma, in passato impegnato in diversi processi per disastro colposo e violazioni delle normative antinfortunistiche, fra cui quello per la strage di Viareggio. Un atto che dimostra chiaramente la consapevolezza di Massa della gravità della sua posizione. L'unica parziale attenuante, il fatto che appare ormai chiaro che il fare partire i lavori mentre il traffico ferroviario continuava pareva fosse pratica consueta. Un aspetto che i magistrati eporediesi intendono approfondire, così come intendono i criteri e le modalità di formazione del personale.

Ieri il sito di Repubblica ha messo in rete un nuovo video con le immagini riprese da una delle telecamere di sorveglianza della stazione di Brandizzi. Si vede Nei due spezzoni proposti si vede un convoglio sfrecciare alle 23.45 e quattro minuti dopo l'arrivo di un nuovo treno, quello che colpirà i cinque operai, preceduto dal lungo stridio di una purtroppo inutile frenata.

Ieri l'Aula della Camera ha osservato un minuto di silenzio e ha tributato un lungo applauso alle vittime della strage di Brandizzo.

«Quanto è accaduto - ha detto la vicepresidente dell'assemblea Anna Ascani - obbliga le istituzioni a porre al centro della loro attenzione il tema della sicurezza sul lavoro e far di tutto per evitare il ripetersi di queste tragedie». «Quello che posso garantire è che chi ha sbagliato pagherà», ha assicurato da parte sua il ministro delle Infrastrutture e trasporti, Matteo Salvini, parlando a Rtl 102.5.

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