"Con Lega e FdI radici forti, così il centrodestra vincerà"

L'ex ministro Carfagna: "Orgogliosa di 10 anni di governo con loro, ora pronti a riprenderci Palazzo Chigi"

"Con Lega e FdI radici forti, così il centrodestra vincerà"

Roma - Onorevole Mara Carfagna, è iniziato nuovo corso in Forza Italia? Opposizione morbida?

«La linea è uguale: opposizione ma non strumentale. Ci candidiamo a governare il Paese, non a fare opposizione a vita»:

Con Gentiloni qualcosa è mutato.

«Non siamo noi a cambiare ma i toni e l'atteggiamento del governo. Con Renzi eravamo abituati ad altro. Ora, invece, è più facile rispondere dando un nostro contributo alle politiche di Palazzo Chigi, considerata la situazione di difficoltà in cui versa l'Italia all'interno di un contesto internazionale fortemente critico».

Come con il salvarisparmio?

«Se un provvedimento serve a salvaguardare gli interessi degli italiani, come accaduto per Monte dei Paschi, ci siamo. Questo non ci impedisce di condannare l'atteggiamento di chi, come Renzi e Padoan, ha rinviato provvedimenti urgenti sulle banche anteponendo interessi politici di parte al bene collettivo».

Responsabili anche a costo di rompere con la Lega?

«I rapporti con gli amici di Lega e Fratelli d'Italia affondano le radici in una condivisione di ideali e valori che hanno ispirato l'azione del centrodestra, al governo per almeno dieci anni. Un'esperienza di cui dobbiamo andare fieri e orgogliosi».

Quel perimetro varrà domani?

«Certo. Il nostro stare insieme ha prodotto provvedimenti buoni per gli italiani; e non slide e slogan».

Legge elettorale: Salvini vuole il Mattarellum e voi il proporzionale.

«Sono convinta che pure la Lega sa che è importante garantire governabilità ma anche rappresentatività. Il Mattarellum non funziona in un sistema tripolare e frastagliato. Meglio un proporzionale con un premio di maggioranza».

Non è che così si torna indietro, ai governi pentapartito in stile Prima Repubblica?

«Dipende dalla capacità del centrodestra di rigenerarsi, ottenendo una maggioranza forte e coesa. Si dà per scontato che il centrodestra non ce la faccia. Confido invece che riusciremo a rappresentare bene le istanze, i sogni e le aspettative della stragrande maggioranza degli italiani».

Quando si vota?

«Spero il prima possibile. Il 4 dicembre gli italiani hanno chiesto discontinuità. Ma prima bisogna fare una legge elettorale omogenea per Camera e Senato».

Torniamo al centrodestra. Per la leadership, primarie sì o no?

«Dobbiamo smettere di angosciare la nostra gente con questi discorsi. Un leader consacrato da milioni di elettori ce l'abbiamo: se la Corte di Strasburgo si pronuncerà, sarà Berlusconi a decidere dopo aver subito un torto che grida vendetta. Se si candidasse, le primarie sarebbero inutili: vincerebbe lui».

Berlusconi ha bocciato Salvini leader e citato Mario Draghi. Potrebbe essere lui il leader?

«Draghi ha un profilo di grande prestigio e autorevolezza ma non lo tirerei per la giacchetta. Già svolge un ruolo fondamentale in Europa».

Europa: giusto uscirne?

«Con questa Europa non si va da nessuna parte. Berlusconi ha pagato sulla sua pelle il tentativo di cambiare un'Europa attenta più ai vincoli di bilancio che al disagio dei suoi popoli. Ma il cambiamento va imposto da dentro, negoziando. Come fece Berlusconi quando ottenne le clausole di flessibilità al patto di Stabilità; e non Renzi che a Bratislava accettò tutto salvo poi battere i pugni sul tavolo in conferenza stampa perché c'era il referendum in vista».

Gentiloni riuscirà a cambiare la Ue?

«Dubito che ne abbia il tempo. Presto lo faremo noi».

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