Il 31 maggio prossimo è la data indicata dal Consiglio dei Ministri per le prossime elezioni regionali ed amministrative. Nel comunicato diramato al termine della riunione, si legge infatti che il Cdm "ha approvato un decreto legge che, al fine di consentire lo svolgimento di tutte le consultazioni elettorali in un’unica data (election day), interviene sistematicamente per flessibilizzare l’arco temporale entro il quale può realizzarsi la condizione per lo svolgimento in forma abbinata di tutte le elezioni stabilendo, con riguardo alle elezioni regionali, che la loro celebrazione può avvenire nella prima domenica successiva a 60 giorni dalla scadenza di mandato. La prima domenica utile risulta essere il 31 maggio 2015, pertanto la norma interviene stabilendo che l’elezione può essere celebrata anche nella prima domenica successiva alla scadenza del predetto termine dei 60 giorni. Infatti, nella primavera prossima si svolgeranno sia le elezioni per il rinnovo dei presidenti e dei consigli di 7 regioni a statuto ordinario (Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Umbria, Campania e Puglia), sia il turno annuale di elezioni amministrative che interesserà, nelle 15 regioni a statuto ordinario, 515 comuni. Fin qui i fatti.
Ma sulla data del 31 maggio è scontro totale. Un giorno troppo vicino al ponte del 2 giugno che di certo potrebbe far calare l'affluenza alle urne. Secondo gli analisti infatti gli elettori di centrodestra sono meno proprensi a recarsi alle urne quando la data del voto coincide con un ponte di ferie. Ben diversa la situazione invece nell'elettorato di sinistra che storicamente è più incline a recarsi alle urne.
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