Matteo Salvini, non lo negano i fedelissimi della Lega, è sempre più preoccupato per le mosse del ministro all'Istruzione Lucia Azzolina, tanto che in queste ore si sta confrontando con gli amministratori locali del suo partito per capire come garantire che gli studenti possano rientrare in classe a breve. Il «Capitano», che ha due figli in età scolare e quindi da padre capisce le problematiche del settore, non è più disposto ad ascoltare i deliri di un ministro che ogni giorno cambia idea sull'inizio dell'anno scolastico. Così ha annunciato che, alla ripresa dei lavori parlamentari, sarà presentata una mozione di sfiducia nei confronti della Azzolina.
«Assumere le migliaia di insegnanti precari - ha scritto ieri in una nota l'ex ministro dell'Interno -. Stabilizzare almeno 20mila insegnanti di sostegno per non lasciare indietro i bimbi disabili. Collaborare con le scuole pubbliche-paritarie per trovare le 10mila aule mancanti. Dotare tutte le scuole di termoscanner, per misurare la febbre ai bimbi all'ingresso». Ma anche «dimenticare la mascherina obbligatoria per i bimbi in classe, una inutile e pericolosa follia. Smetterla di giocare coi banchi con le rotelle, di litigare con sindacati, presidi, insegnanti, governatori e famiglie. Queste le proposte della Lega». Salvini si chiede quindi: «Il ministro è in grado di attuarle? No. Alla riapertura dei lavori, presenteremo una mozione di sfiducia a nome di 8 milioni di studenti e famiglie, di un milione di insegnanti, dei presidi e del personale scolastico tutto. La Scuola Italiana merita di meglio. Azzolina bocciata!».
E proprio sul punto «istruzione» il premier Giuseppe Conte sa che il governo potrebbe cadere. A un passo dalle Regionali, a poco più di un mese dal processo a Salvini per il caso Gregoretti, il «nodo scuola» rischia davvero di essere la goccia che farà traboccare il vaso.
Il tutto mentre dall'Anci della Campania arriva la proposta di rinvio «dell'apertura delle scuole a dopo il voto». In Calabria e Puglia si entrerà comunque in classe il 24, in Sardegna il 22, in Friuli Venezia Giulia il 16 e nella provincia autonoma di Bolzano il 7.
Tornando a Salvini, a replicargli il M5s con il capogruppo alla Camera Davide Crippa che lo accusa di aver fatto «l'ennesima mossa propagandistica».
A concordare con il leghista arriva invece l'alleata Giorgia Meloni (Fratelli d'Italia): «La scuola è nel caos e a pochi giorni dalla riapertura si naviga a vista. La Azzolina è solo la punta dell'iceberg di questo immane disastro, di cui sono responsabili Conte e l'intero governo. Tutto l'esecutivo - prosegue - deve andare a casa: il 20 e il 21 settembre gli italiani potranno esprimere la loro sfiducia al governo con il voto».
Il capogruppo del Carroccio al Senato, Massimiliano Romeo, ha chiarito ieri che si sta già lavorando al testo della mozione. «Ora prepariamo una bozza - ha detto - e poi ne parleremo presto con i nostri alleati per confrontarci». Per Mariastella Gelmini (Fi), «la conclamata incapacità dell'esecutivo di assicurare una ordinata e sicura riapertura dell'anno scolastico conferma che per il bene del Paese e dei nostri figli il governo Conte deve andare a casa». Mentre per il senatore forzista Maurizio Gasparri «il dibattito al Senato sulla situazione della scuola si impone.
Su questo Conte deve rendere delle comunicazioni. Il disastro è sotto gli occhi di tutti». Infine, il senatore di Fi Francesco Giro annuncia: «Voterò la mozione di sfiducia ad una non-ministra Azzolina, assolutamente inadeguata e imbarazzante».
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