Nelle chat dei migranti non si trovano solamente annunci di nuovi convogli irregolari che raggiungono le nostre coste e i «missed» per le persone scomparse. Abbiamo trovato anche quello che sembra essere un vademecum di Alarm Phone destinato a chi decide di salire a bordo delle sgangherate imbarcazioni che vengono lanciate verso l'Italia, spesso con la consapevolezza che non possono arrivare a destinazione. La guida, che elargisce varie tipologie di consigli, pare essere stata preparata tra febbraio e marzo ed è stata scritta in francese, lingua universale per gran parte dei migranti e tra i vari punti ce ne sono alcuni che si rivolgono direttamente agli scafisti: «Se la tua barca raggiunge l'Europa e qualcuno viene stato arrestato per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, puoi contattare la rete Captain Support tramite Facebook per richiedere assistenza legale e supporto adeguato». Il profilo indicato si presenta come «una piattaforma fondata da attivisti per solidarietà con le persone accusate di guidare le barche, per collegarli con le reti di supporto e gli avvocati locali».
Nel vademecum viene sottolineato che loro non sono in possesso di alcuna nave e, quindi, non possono andare incontro alle barche in difficoltà: «Anche se ci chiami, non possiamo aiutarti. Possiamo solo fare pressione sulla Guardia costiera perché venga a salvarti. In caso contrario, faremo pressione su di loro tramite e-mail, telefono, Twitter e attraverso i media». Ecco che viene esplicitato il metodo utilizzato e ben noto, la «pressione» sulle autorità, l'incessante flusso di comunicazioni già denunciato dal centro di coordinamento di Roma, che intralcia le operazioni di ricerca e soccorso ufficiali. L'arroganza con la quale tutto questo viene candidamente ammesso in un vademecum è sconcertante, tanto più che questa carta non sarebbe dovuta diventare pubblica, visto che viene chiesto ai migranti di «condividere il post con le persone di cui vi fidate». Ovviamente, viene indicato il numero di telefono di Alarm Phone da chiamare quando i barchini sono in presunto distress, avvisandoli che «le guardie costiere europee sono spesso riluttanti a venire in soccorso, ma facciamo del nostro meglio per assicurarci che cerchino imbarcazioni in difficoltà». Una clamorosa menzogna se si guarda ai soli interventi della Guardia costiera italiana dall'inizio dell'anno, che proprio per evitare le morti in mare si spinge ben oltre il limite della zona SAR di pertinenza.
Alle persone che si mettono sulle carrette del mare, il documento consiglia di verificare le condizioni meteo e dà indicazioni molto precise: «Prima di partire è consigliabile controllare le previsioni del tempo per i prossimi giorni. Dovrebbe esserci il sole per diversi giorni dopo la tua partenza. Questo periodo di bel tempo deve essere più lungo del viaggio programmato, per evitare un temporale in caso di problemi al motore o al carburante». E si suggerisce anche quale applicazione impiegare, con tanto di video guida per capirne il funzionamento. Quindi, si forniscono anche precise indicazioni tecniche: «La quantità di carburante necessaria può variare notevolmente.
Dipende dal tempo, dal vento, dalle onde e dalla tua velocità (Yamaha Enduro 40 HP ha bisogno di circa 20,1 l/ora a piena velocità». E, invece, di sconsigliare l'uso delle «bare a motore» in metallo, spiegano che «il carburante deve essere regolato poiché le barche di ferro sono più pesanti». Questo spiega molte cose.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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