"Legati agli spioni? Bugie". Ateneo inglese contro i pm

L'Università britannica accostata alla Equalize di Gallo e Pazzali diffida i magistrati: "Noi estranei alle accuse"

"Legati agli spioni? Bugie". Ateneo inglese contro i pm
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«I vostri pm mentono e diffamano l'ateneo di Essex». Nel giorno in cui prende sempre più corpo la pista inglese sugli spioni milanesi nata sulle intercettazioni («Abbiamo quarantadue analisti che stanno a Colchester», si vantava al telefono l'hacker Nunzio Samuele Calamucci), da Londra arriva una bomba che può far saltare in aria l'inchiesta sulla centrale di intelligence milanese Equalize di via Pazzali 6, controllata dal presidente di Fondazione Fiera Enrico Pazzali e dall'ex supersbirro Carmine Gallo, proprio mentre l'Antimafia milanese prepara una rogatoria a Londra, a caccia di «nuovi» collaboratori della banda saltati fuori nei primi interrogatori (presto toccherà all'hacker Giulio Cornelli e al «collaboratore esterno» Gabriele Pegoraro, irreperibile fino a ieri). A puntare sulla capitale inglese è il 52enne tecnico informatico ai domiciliari Massimiliano Camponovo, difeso dall'avvocato Roberto Pezzi. Interrogato per nove ore davanti al pm Francesco De Tommasi e ai carabinieri del Nucleo investigativo di Varese, in una trentina di pagine di verbale sintetico, l'informatico riversa altre accuse proprio a Calamucci. Dopo aver ammesso le sue responsabilità nella creazione dei report coi dati riservati, avrebbe detto di aver paura per l'incolumità della sua famiglia per colpa dei «legami inquietanti» dell'hacker con una «mano oscura» che ne avrebbe condizionato l'attività all'estero (dove il sodalizio avrebbe fatturato il 90% del business) tanto che la società pianificava di aprire una sede nel Regno Unito, dove i pm ipotizzano volesse «delocalizzare» i server per correre meno rischi.

Nel mirino c'è proprio l'Università Essex di Colchester in Gran Bretagna. Tutto ruota intorno a Monica Illsley e Anna Sergi, due professoresse universitarie, e al loro fantomatico ruolo. Dalla capitale britannica ci sarebbe stata una presunta esfiltrazione di dati sensibili in modo «invisibile» grazie all'accesso ai server del Viminale, forse attraverso password di manutenzione. Tecniche cyber che per i pm sono rese possibili da un gruppo di persone (i 42 analisti a Colchester di cui parla Calamucci? Quelli che lo avrebbero aiutato a realizzare il software Beyond?) tra cui spuntano le due docenti. Stando a quanto risulta al Giornale, nel 2016 la Sergi (che non parla, su ordine degli abbottonatissimi legali) collaborò con la National Crime Agency, la Dia inglese, per riformulare alcune procedure relative alla prevenzione e alla lotta alla criminalità organizzata nel Regno Unito, avendo accesso alle unità ed alle informazioni interne all'organizzazione. Un profilo perfetto per il sodalizio, visti i rapporti con la nostra Dia, la Polizia e il Viminale, vedi il report del 2019 che salta fuori dopo una una veloce ricerca open source. «Ci aiuterà per tutta la parte dei database dei Tribunali», dicono gli indagati della Sergi.

Il Giornale ha scritto all'università britannica al centro delle indagini su Equalize e che si occupa (anche) di formazione e reclutamento degli 007 di Sua Maestà: «Mai preso contatti con Mr Calamucci», «nessuno dei nostri dipendenti è stato oggetto di verifiche dalle competenti autorità giudiziarie», «l'Università non è mai stata contattata dall'Europol o da altri corpi di polizia in relazione alla vicenda». Eppure dall'informativa sembrava che l'Europol si fosse mosso sulla Illsley, siamo ancora in attesa di riscontro. E nemmeno ci è stato chiarito da Colchester in quali circostanze i loro dipendenti possano avere rapporti «riservati» o «confidenziali» con le autorità britanniche (come scrivono i pm sulla Sergi dopo avere visionato documenti riservati mostrati loro dagli omonimi inglesi). C'è l'assoluta certezza che non abbiano mai preso contatti con l'hacker per conto dell'Ateneo, come sostiene la Procura?

D'altronde è Calamucci per gli inquirenti a chiarire che «l'università e Anna Sergi (la più esperta di 'ndrangheta su a Colchester, ribadisce) abbiano avuto un ruolo nell'esfiltrazione dei dati», è lui che dichiara «abbiamo sviluppato con l'Università di Colchester a Londra una piattaforma che ha a che fare con Cerved, perché rilascia i dati del bilancio», l'Università nega e accusa i nostri pm di mentire e diffamare. Chi avrà ragione? Qualcosa sapremo oggi: il procuratore capo di Milano Marcello Viola riferirà ciò che sa al Copasir.

Riceviamo e pubblichiamo

In relazione all’articolo dal titolo “Legati agli spioni? Bugie”. Ateneo inglese contro i pm” a firma Felice Manti pubblicato il 7 novembre 2024 si precisa quanto segue.

La professoressa Sergi non è indagata ed è estranea ai fatti non avendo mai avuto contatti con le persone coinvolte nell’inchiesta.

La professoressa Sergi ha condotto un secondment cioè un’esperienza lavorativa distaccata dall’Università di Cambridge alla National Crime Agency nel 2014 (e non nel 2016). Questo secondment è durato tre mesi in un progetto post-dottorato ed era regolamentato da accordi tra l’università e l’istituzione. In questo progetto la Prof Sergi ha avuto accesso a dati “pubblici” oppure catalogati come “comunicazione interna” e non a dati sensibili o di indagine. Il progetto, con relazione finale pubblica, mirava a catturare lo stato dell’arte all’interno dell’agenzia britannica riguardo alle scienze sociali e non a riformulare procedure di prevenzione e lotta alla criminalità organizzata (come scritto nell’articolo). Durante questo progetto all’NCA non ci sono stati contatti con autorità italiane.

La professoressa Sergi, in quanto criminologa esperta di ‘ndrangheta, ha avuto rapporti riservati con varie autorità, sempre regolamentate da accordi di ricerca e quando necessario da controlli di sicurezza da parte delle istituzioni stesse. In nessuno di questi rapporti c’è stato accesso a dati di indagine.

Avvocato Gloria Rizzo

Avvocato Marco Sciascio

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