Le truppe d'assalto ucraine stanno intensificando le incursioni sulla sponda Est del fiume Dnipro, all'altezza di Kherson, con l'ardito obiettivo di creare una testa di ponte. Una posizione avanzata a meno di 80 chilometri in linea d'aria dalla Crimea, che potrebbe diventare una nuova punta di lancia della controffensiva, che procede a rilento senza grandi ribaltamenti. Non a caso il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha compiuto ieri una delle sue visite a sorpresa al fronte, nella regione di Donetsk. Il capo dello Stato ha incontrato i combattenti e consegnato medaglie nella zona di Khortytsia.
Una fonte occidentale che monitorizza il conflitto spiega che le operazioni dei corpi speciali oltre il Dnipro possono puntare ad una testa di ponte «oppure è una mossa diversiva per impegnare più truppe russe sul versante di Kherson attaccando da un'altra parte». Il quartier generale ucraino non parla, ma sono gli stessi blogger militari russi su Telegram a lanciare l'allarme. «Il nemico ha preso una porzione di terra lunga circa 150 metri da almeno quattro giorni», ammettono i russi. «Le nostre unità si sono dovute ritirare dall'area e gli ucraini stanno aumentando di numero», aggiungono i blogger. Video di scontri sanguinosi mostrano che almeno una cinquantina di militari ucraini ha passato il fiume all'altezza del famoso ponte Antonovsky fatto saltare in aria dopo la ritirata russa da Kherson. Le squadre d'assalto sarebbero riuscite a tenere le posizione in un edificio sull'altra sponda e sotto lo spezzone del ponte ancora in piedi. Grazie ai sistemi di guerra elettronica gli ucraini puntano ad inibire la ricognizione dei droni russi che indirizzano il tiro dell'artiglieria. E un massiccio fuoco di sbarramento cerca di proteggere gli incursori che sono arrivati sull'altra sponda. «Prima di parlare di testa di ponte bisognerà capire se riusciranno a tenere la posizione - spiega la fonte - Se ce la facessero il vero successo dell'operazione dipenderà dal ponte di barche per fare arrivare rinforzi», ma sarebbe facile bersaglio dell'artiglieria o dell'aviazione dei russi. Al momento sembra che i rifornimenti cruciali, come le munizioni, arrivino con lance velocissime che sfrecciano sui 900 metri di larghezza del fiume. Il governatore filorusso del Kherson, Vladimir Saldo, ha negato che ci sia una testa di ponte parlando di «tentativi senza successo» delle truppe ucraine. «Negli ultimi tre giorni, piccoli gruppi separati di nemici hanno tentato di attraversare il Dnipro in barca e di nascondersi sotto il ponte (Antonovsky, nda). Lì sono stati distrutti dai nostri militari», ha scritto Saldo su Telegram. La zona si trova a meno di 80 chilometri in linea d'aria dalla Crimea annessa da Mosca, 119 lungo le arterie stradali. Gli ucraini hanno bombardato, quattro giorni fa, il ponte Chongar che collega la penisola alla regione di Kherson. Non solo: fra una decina di giorni l'area allagata dal crollo della diga di Kachovka potrebbe essersi prosciugata sotto il sole estivo. Se il fango diventasse abbastanza duro sarebbe possibile lanciare i carri armati e «già adesso il bacino idrico della diga, senza l'acqua, si può attraversare», osserva la fonte del Giornale. L'inondazione ha spazzato via la prima linea russa costringendo gli invasori ad arretrare fra i 5 e 15 chilometri a seconda dei punti di maggiore allagamento. Il fronte di Kherson, così vicino alla Crimea, potrebbe diventare cruciale nelle prossime settimane, anche se i russi rimangono pesantemente trincerati. Le tre linee difensive, i campi minati, i vecchi carri interrati, i denti di drago per fermare quelli avversari stanno pesantemente rallentando la controffensiva ucraina. Ieri il comando di Kiev ha annunciato che sono stati liberati 130 chilometri quadrati in tre settimane. Non certo sufficienti per cantare vittoria. La direttrice principale dell'offensiva è sempre nell'area di Zaporizhzhya verso Melitopol per spezzare in due il fronte russo. «In realtà le avanzate sono di pochi chilometri, che nel complesso sistema di difesa russo significa poco», spiega la fonte del Giornale. Nel Donbass i risultati sono ancora minori e anche per questo Zelensky ha compiuto il blitz nell'area di Donetsk. Ieri è stato annunciata la liberazione del villaggio di Rivnopil nella stessa regione. La vice del ministro della Difesa, Hanna Maliar, ha detto solo «stiamo andando avanti». La strada per una vittoria significativa è ancora lunga e sanguinosa, ma gli ucraini avrebbero impegnato fino ad ora un terzo delle forze dispiegate per l'operazione (65mila uomini in tutto). Le difficoltà della controffensiva ucraina «erano chiare a tutti, anche a Kiev», ha dichiarato il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in visita a Washington.
«Avevo espresso le mie preoccupazioni in merito al presidente Zelensky, durante il nostro incontro a Roma - rivela Crosetto - le linee di difesa costruite dai russi nei territori occupati sono significative, alla luce anche della loro superiorità numerica».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.