L'esultanza delle Ong filo Hamas

I tweet delle organizzazioni palestinesi finanziate da Ue e Italia: "Gloria ai nostri martiri"

L'esultanza delle Ong filo Hamas
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Va fatta «una distinzione tra Hamas, i palestinesi e l'autorità palestinese», ha detto l'alto rappresentante per la politica estera Joseph Borrell nell'assicurare che i fondi comunitari continueranno a essere stanziati per la popolazione palestinese. Molte risorse, come già vi avevamo dato conto su questo giornale, arrivano attraverso progetti gestiti da organizzazioni non governative sebbene di forte matrice politica, i cui rappresentanti, ha denunciato negli anni Israele, sono stati contigui ideologicamente a gruppi considerati terroristici da Stati Uniti e Ue. E dopo l'attacco di Hamas del 7 ottobre, nelle dichiarazioni di membri di alcune delle ong finanziate da Ue e Italia non c'è traccia di prese di distanza, né di istanze di pace. I commenti sono permeati di concetti anti-Israele. Alcuni dei post su Facebook sono stati cancellati, ma ci ha pensato Ngo Monitor - la banca dati che mappa i finanziamenti alle ong palestinesi - a riportarne il contenuto. C'è per esempio Addameer, inserita da Tel Aviv nella black list delle ong con presunti legami con gruppi terroristici, e che nel dicembre 2021 veniva ricevuta in Italia in audizione alla Camera. Il 7 ottobre, la responsabile documentazione Sumoud Sa'adat scrive su Facebook: «La libertà è inevitabile. Vi auguro una buona giornata». Addamer ha svolto progetti finanziati anche dalla cooperazione italiana. L'11 ottobre - riporta ancora Ngo monitor - la stessa dirigente postava una foto di un bambino palestinese con la bandiera del Paese e questo testo: «Loro ci uccidono e distruggono ogni cosa, ma sappiamo bene che abbiamo il diritto alla nostra terra».

Il 12 ottobre: «Gloria ai martiri e grazie alle loro anime». C'è poi la Palestinian Ngo network, una rete di 142 ong che ha partecipato a progetti finanziati da Roma per 3 milioni di euro nel 2022, che l'8 ottobre rilascia una dichiarazione: «Negli ultimi due giorni ha avuto luogo una guerra aggressiva dello Stato occupante per vendicarsi ed espandere i massacri contro il popolo palestinese, soprattutto nella Striscia di Gaza. Il popolo palestinese sta affrontando, da più di 75 anni, un'occupazione razzista e fascista. Stanno resistendo con tutto il valore e il sacrificio. Il mondo deve svegliarsi boicottando Israele e imponendogli sanzioni». Nell'ottobre 2019, uno dei membri del direttivo è stato arrestato per aver partecipato a un attacco terroristico. Alcuni dirigenti del network avrebbero legami con il Fronte popolare per la liberazione della Palestina, considerato organizzazione terroristica dalla stessa Ue. Nell'elenco delle dichiarazioni anti-Israele figurano anche quelle della Palestine Medical Relief Society (finanziata da Francia, Ue, Svezia, e dall'Italia nei progetti di cooperazione con la già citata Palestinian Ngo network per tre milioni di euro). Alla tv locale Wattan durante una manifestazione pro Palestina del 10 ottobre il presidente della ong ha parlato di «resistenza palestinese». Più netto ancora il 7 ottobre, il giorno della strage, ai microfoni di Al Jazeera: «Israele non è onnipotente e mostra anche cosa possono fare i palestinesi quando sono determinati a resistere per la loro libertà».

Un'altra ong inserita da Tel Aviv nell'elenco delle organizzazioni con presunti legami con gruppi terroristici e ospitata a Montecitorio il 21 dicembre 2021 insieme con Addameer, il 10 ottobre dichiara per bocca del suo capo formazione, Ziar Hmaidan: «La migliore jihad è prepararsi per la guerra, ed è meglio prepararsi per la guerra ad Ashkelon». Tra il 2018-2021 Al Haq ricevuto 296mila euro dall'Ue. E oltre 1,8 milioni in progetti finanziati dall'Agenzia italiana per la cooperazione.

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