"Legge perversa". Letta contro il Rosatellum, ma a volerlo fu il Pd

Il segretario dem, allarmato dalla valanga di voti che potrebbe ottenere il centrodestra, prospetta ai suoi candidati lo scenario del possibile cappotto: "Col 43% dei consensi ottengono il 70% dei seggi"

"Legge perversa". Letta contro il Rosatellum, ma a volerlo fu il Pd

Per il Pd le regole valgono solo quando le elezioni le vincono loro. Quando rischiano di perderle, la colpa anziché darla alle proposte politiche, la addossano alle leggi elettorali promulgate... proprio dal Pd.

In un allarmato e allarmante discorso ai candidati via Zoom, il segretario del dem Enrico Letta fa un punto della situazione in vista del 25 settembre invitando tutti a preparasi al peggio, e anzi dipingendo uno scenario politicamente catastrofico proprio per esortare i suoi a fare di più: "Voglio lanciare un allarme per la democrazia italiana, peso le parole, non voglio usarle a vanvera: abbiamo 17 giorni per cambiare la storia del nostro Paese ed evitare che l'allarme per la democrazia italiana diventi realtà".

Quello che Letta chiama "allarme per la democrazia", invece, sarebbe semplicemente il frutto di un processo democratico, previsto dalla Costituzione e definito da una legge elettorale, il Rosatellum, che porta il nome di Ettore Rosato, oggi vicepresidente della Camera e fedelissimo di Matteo Renzi in Italia Viva. Ma nel 2017, quando la legge venne approvata, era deputato del Pd. Ora, il segretario del partito che ha inventato la legge, la definisce "perversa": "C'è un problema oggettivo: la torsione iper-maggiroitaria della legge elettorale che, congiunta alla riduzione del numero dei parlamentari [altra iniziativa che, seppur promossa ai grillini, è stata promossa anche dal Pd in sede di referendum, NdR], crea un rischio che venga stravolta nei fatti la nostra Costituzione, un rischio democratico che il nostro Paese non ha mai vissuto come adesso. Oggi è possibile che il 43% dei consensi dati al centrodestra si trasformi in un 70% dei seggi. Immaginatevi cosa sarebbe se il 43% diventasse il 70% del Parlamento, significa dare la possibilità di cambiare la Costituzione, che la destra si elegge i membri del Csm come gli pare, i giudici costituzionali, vorrebbe dire uno stravolgimento totale del nostro sistema. Gli effetti della legge elettorale, la peggiore di sempre, potrebbero dare al nostro Paese uno scenario politico e democratico da incubo".

All'epoca, la legge elettorale che Letta definisce "la peggiore di sempre", venne votata con i consensi di Pd, Forza Italia, Lega, Alternativa Popolare, Alleanza Liberalpopolare-Autonomie e altre formazioni minori.

Questo dietrofront di Letta ha un significato palese e uno sotteso. Quello palese è la volontà di rispolverare la strategia del "voto utile" inventata da Silvio Berlusconi, che Letta schiera per convincere gli elettori a votare per i dem anziché per M5S o Terzo Polo: "Un +4% a Calenda o a Conte tolti a noi, oggi, consentirebbero alla destra di superare il 70% di rappresentanza parlamentare. Viceversa, un +4% a noi consentirebbe di tenere la destra sotto il 55% e quindi di riportare la partita nella contendibilità".

Quello sotteso è rivolto agli ex alleati del Movimento 5 Stelle colpevoli di aver fatto cadere il governo Draghi troppo presto rispetto ai piani del Nazareno, che visti i sondaggi drammatici avrebbe sicuramente voluto mettere mano alla legge elettorale prima della fine naturale della legislatura per

provare, come al solito, a costruirsi le regole prima che il croupier possa iniziare a dare le carte. Stavolta il piano non è riuscito, e al Pd toccherà accontentarsi della legge che c'è, e che hanno comunque fatto loro.

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