Tornare a muoversi per lavoro o per turismo ma in sicurezza. E accelerare. È questa la sfida dell'Europa che spinge per passaporto vaccinale. Un progetto che presenta non pochi ostacoli, considerando i moltissimi scettici in Francia, in Germania e anche in Italia che hanno già dichiarato che non si faranno iniettare il siero. Per loro ad esempio cosa succederà? Critico il garante della privacy in Italia che dice: «Srve una legge ad hoc». E poi c'è un problema oggettivo: non tutti i Paesi dispongono ancora di dosi sufficienti per tutti. Certo, ci sono prospettive di miglioramento; nei prossimi mesi sono in programma le consegne di milioni di dosi: numeri in grado di imprimere una svolta nella lotta alla pandemia, a patto che i Paesi membri siano pronti: «Prepararsi a una campagna di massa», esorta l'Unione Europea che sogna il passaporto. «La proposta sarà presentata entro marzo», annuncia Von Der Leyen. «Questo mese presenteremo una proposta legislativa per il pass verde digitale. L'obiettivo è certificare che le persone sono state vaccinate, i risultati dei test di quanti non si sono potuti immunizzare. Rispetterò la protezione dei dati, la sicurezza e la privacy», assicura la presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, su Twitter prevedendo le voci critiche. «Il pass verde Covid faciliterà la vita degli europei. L'obiettivo è di permettere loro, gradualmente, di muoversi in sicurezza nell'Ue o all'estero, per lavoro o turismo», ha evidenziato Von der Leyen.
Il pass verde Covid «sarà una proposta legislativa. Quindi non sarà un optional, ma avrà il valore di uno strumento legale sulla base dei Trattati per il libero movimento. Una volta presentato ai leader, al vertice del 25 marzo, sulla base di questo saranno fatti i passi per organizzare la mobilità vera e propria», ha aggiunto il vicepresidente della commissione europea, Margaritis Schinas. Il portavoce della Commissione europea, Eric Mamer, ha spiegato che l'esecutivo sta lavorando ad una proposta legale per «facilitare il libero movimento in sicurezza nell'Ue».
L'obiettivo è che il pass sia in vigore tra tre mesi, o in estate. «Il pass riguarderà lo spostamento tra una frontiera ed un'altra, ma non quanto potrà essere fatto col pass all'interno dello Stato membro», ha precisato il portavoce.
Per evitare «discriminazioni» il pass conterrà anche i risultati di eventuali test o l'avvenuta ripresa dopo una malattia da Covid. Il pass sarà basato sui certificati vaccinali medici su cui gli Stati membri hanno già concordato. Le linee guida sui dati che conterranno sono già stati approvati a gennaio, e saranno ora necessari tre mesi per il lavoro tecnico.
La presidente della Commissione Ue ha insistito sull'importanza di «sviluppare un approccio europeo» al sistema dei passaporti vaccinali. «Se non ci riuscissimo, le iniziative bilaterali» degli Stati membri «creerannno ancora più difficoltà» e anche grandi società come «Google e Apple sono pronte a offrire soluzioni all'Oms».
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