«Una rivoluzione liberale, una misura che taglia le gambe alla burocrazia e aiuta gli italiani». Matteo Salvini aveva promesso di fare presto e mantiene la parola. La cosiddetta pace edilizia, pensata per sanare le piccole difformità presenti nelle case degli italiani, arriva in Consiglio dei ministri e viene approvata prima delle Europee. Ora passerà al vaglio del Parlamento, ma il provvedimento subirà soltanto piccoli aggiustamenti.
Il decreto legge salva casa «non è un condono sull'esterno» spiega il ministro delle Infrastrutture. «La maggior parte delle case degli italiani ha dei problemi decennali» che riguardano la «suddivisione dei locali interni, diversa rispetto alla piantina originale, e che non comporta alcun carico diverso. Conto che a dl pubblicato, spero da lunedì, questa misura faccia andare tantissima gente in comune a pagare quello che deve» spiega Salvini. «I comuni, grazie al decreto legge, liberano i propri uffici tecnici da alcuni milioni di pratiche, stimate in 4 milioni, per difformità, per fare un esempio, di 3 centimetri della finestra rispetto alla luce originaria prevista l'immobile. Il comune incassa, il cittadino paga e rientra in pieno possesso del suo bene. A quel punto può vendere, comprare, rogitare e mutuare».
Il provvedimento punta a «liberare gli appartamenti ostaggio di una normativa rigida e frammentata che ne ostacola la commerciabilità e talora preclude l'accesso a mutui, sovvenzioni e contributi». Salvini si dichiara «molto soddisfatto» per un «intervento che entrerà nelle case di milioni di italiani in maniera positiva. È un decreto di buonsenso che regolarizza piccole difformità». Il vicepremier sottolinea in particolare il cambio di prospettiva che lo caratterizza: «Per la pubblica amministrazione avviamo una rivoluzione liberale, passiamo dal silenzio-rigetto al silenzio-assenso. Se l'amministrazione comunale non risponderà entro 45 giorni per i permessi di sanatoria ed entro 30 giorni per la segnalazione di inizio attività l'istanza sarà da considerarsi accettata. Ci sono tolleranze costruttive tra 2 e 5% in base alla superficie. E una semplificazione del cambio di destinazione d'uso».
La lista delle difformità sanabili riguarda, spiega Salvini, «vetrate, tende, verande, soppalchi, gradini, grondaie, pareti, finestre, porte». Ma, spiega, «non è un condono e non riguarda la villa abusiva con piscina o i tre piani costruiti in più senza autorizzazione». Tra gli altri punti affrontati dal decreto, c'è l'ampliamento delle tolleranze costruttive e «la semplificazione dell'accertamento di conformità», o meglio l'eliminazione della doppia conformità, d'ora in poi richiesta solo per i casi più gravi.
Salvini, dopo la tempesta dei giorni scorsi, ribadisce anche il semaforo rosso sulla revisione del redditometro. «C'è stato un chiarimento e l'intera maggioranza si è impegnata a rileggerlo scrivendolo a più mani, il provvedimento non il redditometro, con la cautela che la materia merita. Il redditometro è triste ricordo del passato».
C'è spazio anche per un passaggio politico sul cavallo di battaglia di questa campagna elettorale: «Noi sosterremo in Europa solo una maggioranza di centrodestra, la von der Leyen non la votiamo. Qualunque candidato che prevede la presenza dei socialisti e di Macron, che è un guerrafondaio, noi non lo votiamo».
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