Roma - Ignazio II? Nel nome della «continuità» e della difesa dell'istituzione, il governatore uscente appare a un passo dalla riconferma. La scelta di Paolo Gentiloni è fatta e, spiega Pier Carlo Padoan, «come ha fatto sapere la stessa presidenza nei giorni scorsi, sarà basata sulle prerogative a lui attribuite dalla legge ed ispirate alla salvaguardia dell'autonomia dell'istituto».
L'ultimo metro in Italia è sempre il più difficile, la sorpresa è perennemente in agguato, ma insomma, ascoltando il ministro dell'Economia alla Camera mentre risponde a un question time di Cinque Stelle, restano pochi dubbi. Padoan illustra la procedura prevista, «un decreto del presidente della Repubblica, su proposta del presidente del Consiglio, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, sentito il Consiglio superiore» di Palazzo Koch, e precisa anche i criteri politici. La decisione Sarà quindi «basata sulle prerogative» del premier e concordata con il Quirinale. Certo, la «salvaguardia dell'autonomia» potrebbe essere assicurata pure con una scelta interna, di compromesso, come il direttore generale Salvatore Rossi. Però Ignazio Visco è dato in largo vantaggio.
La ratifica dovrebbe avvenire domani, durante il consiglio dei ministri, dopo che il Parlamento avrà messo al sicuro il Rosatellum ma prima della partecipazione di Visco a un importante riunione della Bce: a Francoforte si dovranno decidere i tempi di uscita dal quantitative easing e sarebbe gradita la presenza per l'Italia di un governatore nel pieno dei suoi poteri e non di un'anatra zoppa. Nonostante le accuse di conflitto d'interessi per Etruria, alla seduta del Cdm ci sarà anche la Boschi.
Tutto così tornerà al suo posto, almeno in apparenza. Mattarella avrà evitato una crisi istituzionale e Gentiloni avrà mantenuto le sue «prerogative». Quanto a Renzi, da giorni rassegnato a vedere Visco rimbullonato altri sei anni a via Nazionale, interessa usare politicamente la vicenda in vista delle elezioni. «Decide Gentiloni. L'importante è aver espresso la posizione del Pd».
Dunque non finisce qua. Renzi si prepara al contrattacco sulla base di quanto emergerà dalla commissione sulle banche, soprattutto quando verrà ascoltato il governatore, che arriverà con 4.200 pagine di documenti e che sarà incalzato sugli scarsi controlli di Bankitalia sui crac. Intanto i commissari sentono il procuratore di Vicenza Antonino Cappelleri.
La vigilanza sulla Bpv da parte di Bankitalia e Consob «che non hanno poteri giudiziari», racconta, è stata «ostacolata con espedienti». La gestione degli affari era in mano «a poche persone» e non condivisa «consapevolmente» dagli altri del cda. Risarcimenti? Non ci saranno, colpa della mancanza «di sostanze della bad company».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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