L'Idf fa esplodere il Parlamento di Gaza. E il blitz ad al-Shifa imbarazza gli Usa. "Mai dato il via libera"

"Israele non fermerà l'operazione a Gaza finché le truppe non avranno completato le missioni: distruggere Hamas e riportare gli ostaggi a casa"

L'Idf fa esplodere il Parlamento di Gaza. E il blitz ad al-Shifa imbarazza gli Usa. "Mai dato il via libera"
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«Israele non fermerà l'operazione a Gaza finché le truppe non avranno completato le missioni: distruggere Hamas e riportare gli ostaggi a casa». L'irruzione dell'esercito israeliano all'ospedale Al Shifa era ancora in corso, quando il ministro della difesa israeliano Gallant metteva in chiaro al coordinatore per il Medio Oriente inviato da Joe Biden, Brett McGurck, che l'offensiva va avanti. «Non c'è posto a Gaza dove non possiamo arrivare», ha avvertito il primo ministro Benjamin Netanyahu.

La battaglia ieri ha avuto come teatro la più grande struttura sanitaria della Striscia, l'ospedale Al Shifa, diventato «nascondiglio per 200 terroristi che hanno partecipato alle stragi» e dove l'esercito israeliano ha trovato prove della loro presenza. Le truppe sono entrate, certe di trovare armi e a caccia di indizi sui rapiti. Hanno scovato le prime e raccolto informazioni di intelligence sugli ostaggi. Prima di entrare, i soldati sono finiti in uno scontro a fuoco con i combattenti di Hamas e ne hanno uccisi cinque. Nell'ospedale non hanno trovato ostaggi, sulla cui liberazione si continua a trattare. I militari sono entrati con un team sanitario e persone che parlano arabo. Per dimostrare di avere come unico obiettivo militare Hamas, l'esercito ha consegnato incubatrici, cibo e medicine. L'operazione fino alla tarda sera di ieri non si era ancora conclusa, mentre sui media israeliani circolava il video del Parlamento di Hamas a Gaza, appena conquistato dagli israeliani, fatto esplodere dall'esercito.

L'operazione militare ad Al Shifa - seppur «mirata» - le testimonianze di medici e pazienti con le mani alzate, interrogati dai militari, le centinaia di cadaveri ancora all'interno e le pessime notizie sulla situazione umanitaria nella Striscia, hanno scatenato nuove accuse a Israele e costretto gli Stati Uniti a precisare che non hanno mai autorizzato l'azione, dopo che Hamas li ha accusati di essere «pienamente responsabili». La reazione più feroce è arrivata dal presidente turco Recep Tayyp Erdogan, che ha definito Israele «Stato terrorista» e Netanyahu «l'Hitler del XXI secolo» da processare per «genocidio e crimini contro l'umanità». Un attacco violentissimo, condito con la legittimazione a Hamas, «partito politico», oltre che gruppo di «liberatori». Il Sultano ha sentenziato che lo scontro è «una questione religiosa tra croce e mezzaluna» e ha avvertito Netanyahu: «Sei spacciato. La tua fine è vicina». In una telefonata con la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, Erdogan ha anche chiesto all'Italia «sostegno per il cessate il fuoco e una pace duratura».

Sferza Israele anche il leader dell'Anp, Abu Mazen: «La guerra a Gaza è contro l'esistenza stessa dei palestinesi». E l'Onu insiste: «La carneficina deve cessare». Mentre il Consiglio di sicurezza ha votato con 12 voti a favore e tre astenuti (Usa, Uk e Russia) una risoluzione per «pause umanitarie urgenti e prolungate e corridoi in tutta Gaza per un certo numero di giorni per consentire l'accesso agli aiuti ai civili». Bozza che Israele ha subito respinto. Il ministero degli Esteri dello Stato ebraico ha dichiarato che non c'è posto per tali misure finché gli ostaggi saranno tenuti nelle mani di Hamas.

Secondo

l'ambasciatore di Israele presso l'Onu, Gilad Erdan, la risoluzione è «distaccata dalla realtà» ed «è deplorevole che il Consiglio continui a ignorare e si rifiuti di condannare o anche solo menzionare il massacro compiuto da Hamas».

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