
Si è data tutto il fine settimana per rifletterci su. Alla fine, però, Antonella Viola (nella foto) si è tirata indietro. Il Pd aveva proposto all'immunologa, divenuta un «volto familiare» durante l'emergenza Covid, la candidatura per la presidenza della Regione Veneto. Le elezioni saranno in autunno. Sia il centrodestra (la questione del terzo mandato e la scelta del dopo-Zaia) che il centrosinistra sono alla ricerca dei candidati alla poltrona di governatore. Il Pd, oltre la Viola, aveva sondato anche al disponibilità dell'ex giocatore Aldo Serena. La Viola, secondo il partito di Elly Schlein, poteva essere una candidatura vincente. Popolare, donna, autorevole, e indipendente: il profilo adatto per far convergere tutte le anime che costituiscono l'alleanza di centrosinistra. Ordinaria di Patologia generale all'Università di Padova, Viola ha annunciato la sua rinuncia attraverso i suoi profili social. «Onorata della proposta - spiega - ma accettare avrebbe voluto dire correre il rischio di perdere l'autonomia». Un'autonomia e libertà cui una scienziata, aggiunge, non può mai rinunciare. «Io sono una scienziata - aggiunge -. Io non faccio la scienziata. Anzi potrei dire: sono donna, madre e scienziata. E non è facile rinunciare a questo».
«Ho studiato in Veneto - aggiunge - ed è la regione in cui vivo e lavoro. Sarebbe bello restituire un po' del tanto che qui ho ricevuto». Non sarà però un ruolo politico di rappresentanza il modo scelto da Viola. «In qualche modo già restituisco a questa regione - sottolinea - dove faccio ricerca nel campo della salute pubblica e dove insegno e mi preoccupo di formare i medici di domani».
Che sia molto attenta alla salute pubblica lo rivelano anche alcune uscite che in passato hanno fatto discutere. «Dobbiamo bere acqua - ha sentenziato -. Le bevande zuccherate e l'alcol indeboliscono la barriera intestinale». E in un'altra occasione era stata ancora più tranchant nei confronti di un prodotto che rappresenta senza dubbio l'orgoglio dei veneti. «Il vino è anche cancerogeno. Sfatiamo il mito che un bicchiere al giorno di vino possa far bene. Chi dice che fa bene mente sapendo di mentire». E già c'è chi - tra le file del centrosinistra - tira un sospiro di sollievo. Sarebbe stato difficile sostenere una simile candidata nella nostra regione, ironizza qualcuno. L'ambizione dell'immunologa non ha a che fare quindi con il dopo-Zaia. «Rinuncio alla proposta perché voglio continuare la mia missione di divulgazione scientifica cercando di portare avanti il processo di democratizzazione della scienza. E per farlo bisogna mantenere l'assoluta indipendenza intellettuale».
Non è la prima volta che il centrosinistra si rivolge a scienziati diventati volti noti della tv nel periodo della pandemia. In passato il Pd ha candidato come indipendente il microbiologo Andrea Crisanti, anche lui a lungo docente dell'ateneo patavino. Lo scienziato ora siede in Parlamento come senatore, eletto nella circoscrizione Estero-Europa.
E lo stesso Crisanti, partecipando alla trasmissione radiofonica Un giorno da pecora ha escluso anche la sua di candidatura: «per una cosa del genere non sarei disponibile». Spiegando che la candidatura si concretizzerà molto tardi e in Veneto «bisognerebbe fare campagna paese per paese, ogni giorno, tutti i giorni, in soli due mesi».
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