Identificati i primi due casi di influenza stagionale che quindi ne segnano ufficialmente l'inizio. Entrambi individuati nel nord Italia.
Il primo caso di virus influenzale A/H3 è stato tracciato a Varese e confermato presso l'Università di Milano. Il secondo caso sempre di virus influenzale A/H3 si trova presso l'ospedale Amedeo di Savoia di Torino e il piccolo presenta anche un quadro di polmonite.
La sorveglianza virologica, segnala l'Istituto Superiore di Sanità, partirà secondo protocollo dalla 46a settimana dell'anno, ovvero da lunedì 18 ottobre. Come ogni anno sono attesi dai 4 e ai 6 milioni di casi. Il coronavirus però è ancora presente quindi anche per questa stagione la vaccinazione antinfluenzale è caldamente raccomandata anche per evitare si possa confondere con il Covid o sovrapporsi. Gli esperti invitano alla cautela. Lo scorso inverno l'influenza non ha praticamente circolato dato che erano in atto rigide misure di contenimento per il Covid. La mascherina ha dimostrato tutta la sua efficacia anche in questo caso. «Alla luce dei pochissimi casi di influenza stagionale verificatisi lo scorso anno e dell'allentamento delle restrizioni indette per arginare la pandemia, quest'anno si prevede una stagione influenzale a media intensità, per cui si raccomandano cautela e prevenzione», avverte Giovanni Maga, direttore dell'Istituto di genetica molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche. Le riaperture, prosegue Maga, «ricreano le condizioni tipiche del periodo pre-pandemico, che quindi potrebbero favorire la circolazione delle infezioni». Anche una semplice influenza se trascurata può causare complicanze quali bronchiti, polmoniti e, soprattutto nei bambini, sinusiti ed otiti. Fondamentale dunque la vaccinazione che per i più anziani e i fragili potrà essere somministrata insieme ad una eventuale terza dose.
Ma il virus stagionale non va sottovalutato neppure quando ad essere contagiati sono i bambini, avvertono i pediatri che chiedono di tenere alta l'attenzione non soltanto perché i bambini non sono esenti da eventuali complicazioni ma anche perché favoriscono la circolazione del contagio. I più piccoli non indossano neppure la mascherina e dunque con le lezioni in presenza il rischio sale.
Il vaccino è dunque consigliato anche nella fascia dai 6 mesi ai 6 anni visto che i sintomi delle diverse infezioni sono sovrapponibili e la diagnosi differenziale non
viene fatta in base al sintomo, ma con il tampone.Rocco Russo, responsabile tavolo tecnico vaccini Sip (Società italiana di pediatria), avverte: «Ci aspettiamo più casi di influenza tra i piccoli rispetto allo scorso anno».
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