L'intelligence Usa su Putin "Ha un cancro, cure in aprile"

Per gli 007 polacchi sarebbe previsto un intervento al pancreas lunedì. Pronto il triumvirato per sostituirlo

L'intelligence Usa su Putin "Ha un cancro, cure in aprile"

«Si arriverà a un triumvirato composto da Lavrov, Shoigu e Patrushev». Lo sostiene Piotr Krawczyk, capo degli 007 della Polonia. Le sue parole, riportate dai quotidiani del suo Paese, non sembrano legate alla propaganda, ma rappresentano la ricostruzione più credibile, e neppure così lontana nel tempo, per un cambio della guardia al Cremlino. Potremmo definirlo un golpe sanitario, alla luce delle voci sempre più insistenti sullo stato di salute di Putin. Nei mesi scorsi si era sparsa la voce che il presidente russo avesse un tumore alla tiroide, ma la rivista Newsweek, citando fonti dell'intelligence americana, sostiene che Putin si sia sottoposto a cure importanti lo scorso aprile in previsione di un imminente intervento chirurgico. Notizia che trova riscontri nel racconto del giornalista israeliano Mark Kotlyarsky, secondo il quale il presidente sarebbe affetto da un cancro al pancreas, un tipo di tumore difficilmente curabile.

Per il cronista israeliano, che ha rivelato il clamoroso retroscena sul suo canale televisivo streaming, il Cremlino starebbe addirittura lavorando allo scenario peggiore: se la prognosi dovesse essere avversa, la Russia si troverebbe costretta a mettere assieme un esecutivo collettivo, una sorta di Consiglio di Stato a cui verrebbero trasferiti i compiti di governo. Esattamente quello che da alcuni giorni afferma Krawczyk, il capo dei servizi segreti di Varsavia. Per Kotlyarsky, Putin potrebbe addirittura entrare in ospedale entro lunedì per essere sottoposto a un intervento chirurgico d'urgenza al National Medical Research Center for Oncology Blokhin di Mosca, la migliore clinica pubblica specializzata nel trattamento di malattie oncologiche. In un'intervista al canale We Can Explain, Kotlyarsky ha chiarito che uno dei suoi interlocutori proviene da ambienti medici della capitale, mentre un altro lavora nell'amministrazione del Cremlino. Secondo le fonti, uno degli edifici del Centro Blokhin sarebbe già stato chiuso ad altri pazienti in attesa dell'incombente ricovero di Putin.

Lo stato di salute del leader russo potrebbe anche aver condizionato l'esito in parte fallimentare dell'Operazione Speciale in Ucraina. Newsweek incalza, parlando di un Putin debilitato e paranoico al punto tale da rendere il conflitto con Kiev sempre più imprevedibile. La Cia è convinta che la malattia, assieme al probabile attentato a cui sarebbe scampato lo scorso marzo, l'abbiano costretto a un crescente isolamento, rendendo più difficile il controllo dell'offensiva. Non è un caso che il 9 aprile abbia sfiduciato il capo di stato maggiore Gerasimov per affidarsi al generale Dvornikov, per poi allertare anche un gruppo di sosia pronti a sostituirlo in caso di apparizioni pubbliche.

Ecco allora farsi strada l'ipotesi del triumvirato, imbastito sui più fidati collaboratori. Sergej Lavrov è ministro degli Esteri dal 2004, carica che ha mantenuto ininterrottamente, oltre a essere il vero braccio destro di Putin. Per la sua intransigenza e il suo rigore nel difendere gli interessi del Cremlino è stato soprannominato Mr. Niet, signor no. Sergey Shoigu è dal 2012 ministro della Difesa. Con Putin ha condiviso per anni la passione per la pesca e le cavalcate a torso nudo. Un amico prima ancora che un collaboratore sul quale lo Zar può fare affidamento in qualsiasi momento. Ha diretto le operazioni in Siria, così come quelle in corso in Ucraina.

Poi c'è Nikolaj Patrushev, segretario del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa, tra i principali confidenti del presidente russo. Ex spia del Kgb, Patrushev non ama i riflettori, ma condiziona dietro le quinte parecchie decisioni di Putin.

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