C' è qualcuno che scommettendo sulla vittoria di Vladimir Putin cerca di restare ben visibile nel giuoco, aspettando la spartizione delle spoglie. Gli Ayatollah e le Guardie della Rivoluzione fanno il tifo per la Russia imperialista, la ritengono la strategia più produttiva per la Repubblica Islamica. L'escalation di ieri disegna un nuovo sviluppo preoccupante per il secondo anno di guerra cui ci avviamo.
Parole e fatti, quando si tratta di propaganda, sono talora difficili da sdipanare: Amir Ali Hajizadeh capo dell'aeronautica della Guardia Rivoluzionaria, l'IRGC, ha annunciato il nuovo missile Paveh della gittata di 1650 chilometri «aggiunto all'arsenale missilistico della Repubblica Islamica» che può «colpire aerei americani a 2000 km». Hajizadeh ha di nuovo annunciato che l'Iran è molto deciso a uccidere «con l'aiuto di Dio» l'ex presidente Donald Trump, il Segretario di Stato Mike Pompeo e il generale Kenneth Mc Kenzie per aver ordinato l'uccisione del comandante dell'IRGC Ghassem Soleimani.
Che si tratti di verità o semplicemente di propaganda, cosa vuol dire? Qui si parla di un attore ormai molto importante nella guerra Russia-Ucraina che entra nel suo secondo anno. L'Iran nella guerra di Putin ha svolto un ruolo importante, quello di rinfrancarne alquanto l'aggressione invernale verso obiettivi e infrastrutture civili con l'uso dei suoi droni Shahed 136, provocando stragi e distruzioni di impianti vitali. Adesso a Yelabuga, a 950 chilometri da Mosca, quei droni verranno costruiti su larga scala in una coproduzione Iran-Russia. In cambio per la prima volta dalla sua nascita le Guardie della Rivoluzione avranno a disposizione SU35 che sostituiranno i vecchi jet americani obsoleti e malridotti. L'Iran ha allargato molto il suo programma missilistico: il 9 febbraio mentre i colloqui sul nucleare raggiungevano uno stadio critico ha svelato il suo «Khaibar Shikan», ha imparato a produrre satelliti spia e propellente solido, ha ripetuto che è in possesso di missili ipersonici. I suoi missili sono costruiti anche per le testate nucleari. Intanto la commissione per l'Energia Atomica, Aiea, rivelava che l'arricchimento dell'uranio all'84 per cento è sulla soglia dell'arma nucleare. Iran e Russia dalla stessa parte del gioco significa anche che il terreno della guerra può allargarsi al Medio Oriente, dato che condividono il dominio della Siria di Assad. L'Iran, si dice, sta per fornire alla Siria un programma di difesa aerea che ne difenderebbe la presenza armata per uno scontro con Israele.
La distruzione dello Stato Ebraico è una punta irrinunciabile nella prospettiva iraniana, e Putin non la ignora. Ma intende vedere anche quel terreno infuocarsi? Il ministro della difesa Israeliano Gallant pensa che l'Iran sia deciso a sfruttare la situazione, e riporta che è in trattative con 50 diversi Paesi «dalla Bielorussia al Venezuela» per fornire armi avanzate creando situazioni esplosive. Israele certo non è indifferente al nuovo ruolo iraniano, e lo stato delle cose la porta sempre più vicina alla visione di Biden del conflitto: con la Russia trova l'Iran, che, Israele l'ha sempre detto, non deve ottenere la bomba atomica. È anche possibile che proprio per difendere questa loro obiettivo di fondo, gli ayatollah cerchino di creare un pantano bellico in Medio Oriente.
Di sicuro si sa che in queste settimane il Centcom ha tenuto esercitazioni intensive con Israele. E non è faccile dire delle ultime due azioni contro le centrali nucleari di Isfahan, il 29 gennaio, e di Kraj, il 21 giugno, sia responsabile Israele o gli USA. Intanto, i droni colpivano l'Ucraina...
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