Oltre un milione di italiani sono attualmente positivi. Come una metropoli, quasi come l'intera Milano. Con i 141.262 nuovi casi registrati ieri (poco meno del giorno precedente) si toccano infatti i 1.021.697 italiani contagiati, uno ogni 58. La quota di tamponi positivi rispetto a quelli fatti è del 13,03 per cento, la più alta dall'11 gennaio scorso. Un dato che sta crescendo a vista d'occhio e che se moltiplicato per i familiari più stretti può fare ipotizzare da cinque a dieci milioni di persone attualmente a stretto contatto con il virus.
La variante Omicron è dappertutto, si insinua nelle nostre case, nelle metropolitane che prendiamo, negli uffici in cui lavoriamo, nei negozi in cui facciamo la spesa. Ogni giorno entriamo a contatto con persone positive che ancora non lo sanno, e per questo è molto importante non rilassarci, indossare sempre la mascherina, cercare di evitare assembramenti. Il boom di contagi di questi giorni è certamente il frutto delle feste in cui abbiamo banchettato con parenti non stretti, diffondendo il contagio. E tra qualche giorno scatterà l'effetto Capodanno. Poi ci sarà il ritorno a scuola e negli uffici. Insomma, nelle prossime due settimane si potranno raggiungere i 250mila contagi giornalieri e i 2 milioni di positivi contemporanei.
Numeri spaventosi, che per fortuna assumono un aspetto meno angosciante se si guarda alle conseguenze del virus. I morti ieri sono stati 111, meno della media degli ultimi giorni, mentre gli ospedali si vanno riempiendo lentamente: le aree non critiche ospitano attualmente 11.265 pazienti Covid (115 in più del giorno precedente) e l'occupazione è al 17,71 per cento; in terapia intensiva ci sono 1.297 pazienti Covid (37 in più rispetto al giorno precedente) e l'occupazione è al 14,24 per cento. Insomma, soltanto l'1,10 degli attuali positivi è in ospedale e lo 0,13 in terapia intensiva.
A subire le conseguenze più serie del contagio, ormai è chiaro, sono soprattutto le persone non vaccinate. Secondo
il report esteso dell'Istituto superiore di sanità nell'ultimo mese il tasso di ricovero nella fascia di età con più di 80 anni per i non vaccinati (568 per 100 mila) è otto volte più alto rispetto ai vaccinati completi da almeno 120 giorni e 41 volte più alto rispetto ai vaccinati con booster. E il tasso di decesso nella stessa classe di età nei non vaccinati (179 per 100mila) è circa nove volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo entro i 150 giorni e 56 volte più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva. L'efficacia nel prevenire la diagnosi e i casi di malattia severa sale rispettivamente al 86,6 per cento e al 97,0 nei soggetti vaccinati con dose aggiuntiva. L'Iss registra anche l'impennata di casi tra i più giovani: oltre un contagio su quattro (il 26 per cento) riguarda ragazzi in età scolare. Un'occhiata anche alle vaccinazioni: il 31 dicembre sono state somministrate 270.418 dosi, per lo più terze (237.374) e appena 20.792 prime. Il totale delle persone che hanno concluso il ciclo vaccinale è di 46.373.676, quello di chi ha già fatto il richiamo 19.563.209.
Da domani sono 11 i territori italiani in giallo, oltre il 60 per cento della popolazione italiana: a Calabria, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Marche, Veneto e province di Bolzano e Trento si aggiungono infatti quattro pezzi da novanta come Lazio, Lombardia, Piemonte e Sicilia.
L'aumento dei numeri potrebbe spingere nei prossimi giorni in zona gialla anche Emilia-Romagna e Valle d'Aosta. E intanto il governatore della Calabria Roberto Occhiuto ha disposto che nove comuni del reggino siano in zona arancione da oggi fino al 9 gennaio.
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