L'immagine di Enrico Mattei accoglie i visitatori al Villaggio Atreju a Circo Massimo, è il volto che rappresenta la «via italiana alla cooperazione» avendo intuito «la necessità per l'Italia di ridurre la dipendenza energetica dalle grandi potenze straniere e acquisire una propria autonomia strategica». La sovranità energetica non può che passare dalla diversificazione delle fonti realizzando un mix in grado di unire fossili come il gas, rinnovabili e nucleare.
Su questo tema si è discusso ieri ad Atreju in un panel intitolato «Nucleare e rinnovabili: la via italiana per l'energia del futuro» a cui hanno partecipato Gilberto Pichetto Fratin (ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica), Carlo Calenda (presidente di Azione), Mauro Rotelli (deputato FdI, Presidente Commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici), Maria Chiara Carrozza (presidente CNR), Flavio Cattaneo (amministratore Delegato Enel), Daniela Gentile (Ad Ansaldo nucleare), Alfonso Pecoraro Scanio (presidente fondazione Univerde).
Introdotto dal sottosegretario per l'Ambiente e la Sicurezza Energetica Claudio Barbaro e moderati dal vicedirettore del Giornale Nicola Porro, il ministro Pichetto Fratin ha affermato che «non è esclusa la ripresa» delle importazioni «del gas dalla Russia» ma solo in seguito «a un accordo internazionale».
Pichetto Fratin ha poi aggiunto: «Presenterò al primo Consiglio dei ministri del 2025 una legge quadro per il ritorno al nucleare, che preveda una serie di azioni, compresa la certificazione. Perché credo che il dovere che abbiamo, verso le future generazioni, è dare il quadro giuridico a posto».
Parlando dell'ipotesi di una referendum sul nucleare il ministro dell'ambiente ha spiegato che «se ci sarà un referendum sul nucleare, dovremo far capire agli italiani che dobbiamo costruire un albero che darà benefici alle generazioni future» anche perché «tutte le previsioni ci dicono che il nucleare in futuro costerà meno del fotovoltaico. Ma quale sarà il prezzo, lo vedremo a suo tempo».
Parole a cui ha fatto eco il leader di Azione Carlo Calenda: «Scordatevi la sicurezza energetica per questo Paese senza il ritorno all'energia nucleare» che ha poi aggiunto «la proposta sul nucleare noi la presentiamo la prossima settimana».
Calenda ha poi aggiunto: «La vostra proposta sul nucleare la voto, perché voto tutto quello che ha senso. Se la presenterete, Azione voterà con voi. E se lo farete, questo paese tornerà a fiorire». Il leader di Azione si è poi soffermato sul tema delle rinnovabili: «Lo scenario rinnovabili e basta è inesistente. Servirebbero panelli solari come l'intera Campania e 800 miliardi in 60 anni».
Anche l'amministratore delegato di Enel Flavio Cattaneo ha sostenuto la necessità di tornare al nucleare poiché «dove c'è il nucleare, l'energia costa la metà, come in Francia e in Spagna». Secondo Cattaneo «è un obbligo per noi guardare a tutto quello che rende la vita dei cittadini migliore e riduce il prezzo dell'energia perché certamente oggi, io per primo dico, è insostenibile».
«Oggi importiamo dall'estero il 15% dell'energia, che è pressoché tutta nucleare. Abbiamo 19 reattori entro 200 km dai confini dell'Italia. Studiare reattori nucleari che intervengano almeno sull'energia per uso industriale è una cosa che dobbiamo fare», ha poi concluso Cattaneo.
La strada per tornare al nucleare è tracciata e rappresenta una priorità per il futuro energetico dell'Italia non più rimandabile.
In tal senso, come testimoniano le parole di Pichetto Fratin, il governo ha le idee ben chiare anche perché l'energia nucleare, oltre a garantire la necessaria stabilità, è una fonte che non produce emissioni e permetterebbe perciò di diminuire ulteriormente le emissioni di CO2 dell'Italia.
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