Lividi e ferite sulle mani: "Aurora è stata spinta giù"

L'autopsia: il fidanzatino la picchiò sulle dita mentre era aggrappata alla ringhiera. "Escluso il suicidio"

Lividi e ferite sulle mani: "Aurora è stata spinta giù"
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Viktoria Tila, sorella di Aurora, lo dice fin dall'inizio: «Mia sorella non si sarebbe mai suicidata». Aveva mille sogni: festeggiare il suo compleanno a Parigi, fare la psicologa, mai si sarebbe tolta la vita.

Ora l'autopsia sul corpo della ragazza di 13 anni di Piacenza, precipitata dal balcone lo scorso 25 ottobre, conferma: le ferite non sono compatibili con il suicidio. La ragazza è stata probabilmente spinta dal terrazzo del palazzo in cui abitava. E ha lottato per tenersi alla ringhiera, per non volare giù, chiedendo aiuto, disperata.

Le analisi sul corpo effettuate dal medico legale Giovanni Cecchetto, dell'istituto di medicina legale dell'Università di Pavia, confermerebbero quindi l'ipotesi degli inquirenti, secondo cui è stato l'ex fidanzato di due anni più grande a uccidere la giovane, spingendola di sotto. E quando, quel drammatico giorno, Aurora Tila ha tentato in tutti i modi di salvarsi, aggrappandosi alla ringhiera, lui la colpì con forza sulle mani affinché mollasse la presa. Il ragazzo era stato fermato con un cacciavite di 15 centimetri. Un dato che va incrociato con altri rilievi emersi dall'autopsia. Ovvero delle lesioni sulle mani della 13enne compatibili con l'attrezzo. Il 15enne si trova al carcere minorile al Pratello di Bologna.

Diversi testimoni avevano raccontato di aver visto Aurora appesa alla ringhiera mentre il ragazzo batteva con i pugni sulle mani per farla cadere. Testimonianze chiave per formulare l'accusa. Una persona riferisce di aver sentito le sue urla. Ce l'ha messa tutta lei per salvarsi, ma non ce l'ha fatta. Cruciali, per ricostruire quanto accaduto, sono stati i lividi sulle nocche, chiara prova che non si è gettata da sola.

Nei mesi scorsi sono emersi parecchi dettagli sul rapporto tossico tra i due ragazzini. Una conoscente di Aurora ha riferito ai carabinieri di aver visto, un paio di settimane prima dell'accaduto, i due ragazzini alla fermata dell'autobus: lui la insultava e la strattonava. La coetanea, dopo aver scattato qualche foto, si era avvicinata e aveva messo fine alla lite semplicemente chiedendo ad Aurora: «Tutto bene?» e restando lì con lei. Un episodio che confermerebbe la gelosia e l'ossessione del 15enne per Aurora.

La madre della giovane aveva fatto una segnalazione riguardo ai comportamenti del fidanzatino, ritenuto «una compagnia non gradita». La signora aveva dichiarato di avere «difficoltà a gestirne la presenza in casa, a volte anche notturna». Tuttavia, non erano stati segnalati «comportamenti violenti», né era stata sporta nessuna denuncia alla polizia.

«Confermo che la madre non aveva fatto denuncia, chiedo però se i servizi sociali, che erano affidatari, hanno fatto qualcosa. Sono pronta ad un sereno confronto ha affermato la legale della donna, Lorenza Dordoni per diramare che tutto il possibile è stato fatto.

Hanno verificato chi fosse questo ragazzino e hanno svolto qualche indagine nelle scuole nel paese in cui viveva per delineare meglio se le preoccupazioni della madre erano morbose o reali? Sono in attesa di risposte e spero che arrivino quanto prima». Le risposte sono arrivate, prima che dalle indagini nella scuola, dall'autopsia sul corpo di Aurora.

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