Ascoltare tutti ma arrivare presto a una decisione per evitare di impantanare l'operato del governo. Sono queste le intenzioni del premier Mario Draghi, le cui prossime mosse dovranno muoversi su due piani differenti ma ben legati tra loro: prendere altre misure per arginare il diffondersi del Covid-19 e sbrogliare tutti i nodi che rallentano l'azione dell'esecutivo. Mettere il piede sull'acceleratore essendo però consapevole che i partiti iniziano a dividersi, a mostrare sensibilità differenti sull'obbligo di vaccinazione. Ma il presidente del Consiglio ha già pronta la mossa da mettere in campo, al di là delle crepe nella maggioranza.
Divisioni sull'obbligo vaccinale
La data cerchiata in rosso sul calendario è quella del 5 gennaio 2022, quando il Consiglio dei ministri potrebbe riunirsi di nuovo per varare un altro giro di vite contro il Coronavirus. Evidentemente l'ultimo decreto approvato potrebbe non bastare e così un nuovo provvedimento sarebbe utile per spingere ancora di più le vaccinazioni. Un nuovo blocco di misure a inizio gennaio comunque arriverà. Da una parte c'è chi si è sempre dichiarato favorevole all'obbligo di vaccinazione; dall'altra chi mostra più di qualche perplessità in merito.
Un atteggiamento di apertura si registra da Forza Italia, con il ministro Mariastella Gelmini che non si mette di traverso all'ipotesi perché si dice consapevole "che il Covid si sconfigge solo con i vaccini". Anche Enrico Letta sostiene che sia arrivato il momento di prepararsi al passo successivo, "cioè l'obbligo vaccinale e il ritorno allo smart working". Favorevole pure Italia Viva, che ha lanciato una petizione e raccolta firme per l'obbligo di vaccino. "Ho presentato una proposta di legge in tal senso, promuoviamola in Parlamento", sostiene il deputato renziano Gianfranco Librandi.
Più scettica la posizione della Lega che, nel caso, chiederebbe allo Stato di assumersi la responsabilità per eventuali conseguenze da vaccino e di prevedere un elenco di "fragili" da esentare dall'obbligo. Anche il Movimento 5 Stelle invita alla cauta valutazione di un pugno duro. Torna così a rinsaldarsi l'asse gialloverde, che proverà a fare muro per impedire di arrivare all'obbligo di vaccinazione.
La mossa del premier
Probabilmente la maggioranza non è mai stata così spaccata. Ma l'urgenza del momento impone al premier Mario Draghi di fare in fretta e prendere scelte tempestive. La sua mossa, scrive La Repubblica, sarebbe quella di procedere con l'estensione del super green pass ai lavoratori. Resterebbero però da decidere le modalità: tutta la platea dei lavoratori o solo una parte? Comunque si va verso questa direzione: per accedere al posto di lavoro potrebbe essere necessario esibire il certificato verde rafforzato, che si ottiene solo con la vaccinazione o con la guarigione da Covid-19.
L'ipotesi del super green pass per il mondo del lavoro era finito sul tavolo dell'ultimo Cdm, ma lo scontro tra i partiti ha fatto saltare il provvedimento. La Lega tiene a precisare che non ne fa una questione ideologica. Il ministro grillino Stefano Patuanelli avrebbe sottolineato che fino a questo momento si è sempre ragionato per funzioni (forze dell'ordine, docenti, sanitari, lavori a contatto con le persone) e si sarebbe chiesto dunque quale sarebbe la ratio di distinguere tra lavoratori e disoccupati.
Draghi però non intende farsi logorare dagli screzi politici ed è determinato a proseguire per la sua strada. Sa di poter contare sul sostegno di Forza Italia, Partito democratico e Italia Viva.
Ma è altrettanto consapevole che un pugno duro lascrebbe fortemente turbati Lega e Movimento 5 Stelle, con strascichi che questa volta potrebbero farsi pesanti. La volontà, più volte ribadita pure da Forza Italia, è chiara: scongiurare il blocco delle attività professionali ed economiche.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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