"L'Occidente si è ristretto, Energia e pane, crisi lunga"

Il banchiere: "Inflazione e crescita a rischio. Ratzinger aveva previsto la crisi tecnica"

"L'Occidente si è ristretto, Energia e pane, crisi lunga"

Ettore Gotti Tedeschi, economista e banchiere, sostiene che il cosiddetto «Ordine mondiale» precedente a quello che potrebbe sorgere sia fallito. Non solo: per l'ex presidente dello Ior, è il modello della globalizzazione ad essere destinato ad un cambiamento. E ricorda la ricetta del pontefice emerito che ammoniva l'uomo che «investe» troppo sulla tecnica, con il rischio che gli strumenti scappino di mano.

Quali effetti economici sul lungo periodo per via della guerra in Ucraina?

«Siamo solo agli inizi della crisi e non sappiamo se, quando e come finirà o si svilupperà. In sintesi, possiamo immaginare che l'impatto economico, al meglio, sarà un aggravamento dell'inflazione ed un impatto sulla crescita economica. Ciò che spiega l'ampiezza di questi effetti è la dipendenza energetica dell'Ue e, soprattutto, dell'Italia dalla Russia per gas e petrolio. Questa dipendenza è di circa un 30% dei consumi europei, e il famoso 43% di quelli italiani. Dall'inizio del conflitto, i prezzi del gas son cresciuti del 55% per KWh. Un secondo effetto che impatterà le nostre economie è legato all'ampiezza ed all'effetto delle sanzioni alla Russia, con l'impatto sul commercio di importexport. L'Export italiano in Russia era di ben 7 miliardi euro l'anno e l'Import era di ben 13 miliardi di euro in prodotti energetici e materie prime. Ma anche l'Ucraina interromperà l'export di grano verso l'Italia. Noi importiamo dall'Ucraina 120 milioni di Kg ogni anno di grano e dalla Russia altri 100 milioni. Meno pastasciutta?».

C'è il problema energetico. Forse gli ambientalisti, bloccando l'Italia su alcune evoluzioni, non hanno fatto un grosso favore al nostro Paese. Conviene?

«In proposito ricordo un grande mistero riferito alla nostra dipendenza energetica. Mi son domandato talvolta se non si volesse renderci dipendenti. Il Piano energetico nazionale del 1975 aveva previsto il nucleare con ben tre centrali più quella di Caorso. Dopo Cernobyl, nell'87, il referendum si espresse di fatto nella decisione di abbandonare il progetto e, se ricordo bene, fu impedito all'Enel di fare investimenti esteri per molti anni, fino a quando facemmo accordi con la Slovacchia e con la Francia. Poi, nel 2011, un nuovo referendum fece abbandonare i programmi. Oggi appare evidente che la mancata produzione di energia nucleare fu compensata da combustibili fossili, carbone, gas e petrolio. Naturalmente dipendendo da importazioni. Il perché di questa scelta resta un mistero».

Si fa un gran parlare di «nuovo ordine mondiale» voluto da Putin. Siamo al ritorno del Novecento?

«Io credo che gli ultimi 50 anni (di tentato Nuovo Ordine Mondiale progettato da Kissinger) abbiano cambiato il mondo intero. Ma questo è fallito creando crisi economica in Occidente, squilibri geopolitici internazionali e creando un vuoto di leadership al momento incolmabile. L'Occidente, che negli anni '70 rappresentava il 25% della popolazione mondiale (1 miliardo su 4 miliardi) ma più del 90% del Pil mondiale, oggi rappresenta circa il 12.5% della popolazione e circa il 45% del Pil mondiale. Mi pare evidente cosa significhi ciò».

Però ora Unione europea ed Occidente, considerata la crisi, non possono fuggire dalle loro responsabilità.

«No, certo. Ma cosa possono fare per non fuggire dalle loro responsabilità? Leggere Dante alle sedute dell'Onu? Leggere Tocqueville alle sedute del Parlamento europeo?».

Dobbiamo attenderci effetti sulla tenuta della globalizzazione?

«Il modello di globalizzazione cambierà. Sarà inclusivo e sostenibile. In pratica includerà tutti nel processo consumistico facendo investimenti tecnologici per arrivare a produrre a bassissimi costi, anzi, a costi marginali per soddisfare chiunque, anche gratis. Sarà anche sostenibile, facendo investimenti di transizione energetica a beneficio del pianeta. Ma pare che i detentori delle materie prime petrolifere, gas, carbone, possano non esser totalmente d'accordo».

Quali tesi, in merito a situazioni come queste, erano (e sono contenute) nell'enciclica «Caritas in Veritate»?

«Come mi piace questa domanda che mi permette di ricordare Papa Benedetto XVI "Magno". Benedetto XVI, in Caritas in Veritate, riprende la profezia di san Giovanni Paolo II in Sollecitudo rei socialis, dove il santo Papa spiega che l'uomo di questo secolo ha investito molto in tecnica e scienza, ma poco in sapienza, e rischia pertanto di non avere la maturità e saggezza per evitare che gli strumenti possano sfuggirgli di mano.

Benedetto XVI rincara la dose, spiegando che se l'uomo suggestionato dalla cultura nichilista perde i valori di riferimento che devono giustificare le sue scelte, allora rischia che gli strumenti, invece di gestirli, gli sfuggano di mano. Come è avvenuto».

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