Hamas esulta per i cortei e le tende in Italia. "Manifestazioni massicce, vittoria per Gaza"

Compagni. Alleati nella battaglia contro Israele. Così i manifestanti italiani sono visti da Hamas e dal potere islamista

Hamas esulta per i cortei e le tende in Italia. "Manifestazioni massicce, vittoria per Gaza"
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Compagni. Alleati nella battaglia contro Israele. Così i manifestanti italiani sono visti da Hamas e dal potere islamista; così vengono considerati gli accampati delle università italiane. E non c'è motivo di pensare che a loro dispiaccia, dal momento che gli «studenti» dei nostri campus sono i primi a evocare l'«Intifada» - per quanto «studentesca» - e a sostenere apertamente la cosiddetta «resistenza palestinese», che poi sarebbe la guerra che le organizzazioni politico-terroristiche hanno scatenato contro lo Stato ebraico, fino al massacro del 7 ottobre.

Pochi giorni fa, dopo la comparsa a Bologna delle «famose» tende stile Columbia, l'agenzia «Quds News Network», considerata vicina ad Hamas, ha pubblicato un video dell'accampamento, con una didascalia: «Gli studenti dell'Università di Bologna in Italia - si leggeva - si uniscono al movimento studentesco globale che sostiene la Palestina e chiede il disinvestimento da Israele».

E quando, due giorni fa, la stessa scena si è ripetuta a Milano, un commento entusiastico è arrivato addirittura da Majed Al-Zeer, uomo chiave del mondo pro Hamas in Europa, impegnato a dar conto quasi in tempo reale di cortei, sit-in e manifestazioni, sempre «massicce», che nelle città europee vedono sventolare le bandiere palestinesi.

Per descrivere il ruolo di Al-Zeer, residente in Germania, basterà citare il quotidiano britannico «Times», che - come riportato dal «Foglio» - «ha ottenuto un rapporto dei servizi di sicurezza tedeschi secondo cui Majed Alzeer è il leader europeo di Hamas», con contatti «fino ai vertici» dell'organizzazione e il compito di organizzare «le attività di questo gruppo in diversi Paesi europei».

Dagli Usa all'Europa, il movimento anti-Israele è granitico. E ciò non è frutto solo della scarsa fantasia degli attivisti, generosamente descritti come «studenti» ma in realtà militanti di centri sociali e gruppi del mondo «islamo-gauchisti». Dalla Columbia fino a Roma, questo movimento grida ovunque (in inglese, come ieri notava «Le Monde») il famigerato slogan «From the river to the sea, Palestine will be free». E a dirigere questa rivolta (non)spontanea negli Usa si trova il gruppo «Sjp», «Students for Justice in Palestine», sigla inquietante e ramificata, che - come si legge sul portale della Anti-Defamation League - nei giorni successivi al 7 ottobre 2023 ha esplicitamente appoggiato le azioni di Hamas e i suoi attacchi contro Israele e i civili, mobilitandosi al contempo per «smantellare il sionismo (cioè la presenza di ebrei pro Israele, ndr), nei campus universitari statunitensi».

Sui social di questo «NationalSjp» dal 28 aprile campeggia la foto di una manifestazione italiana, la dida «from our comrades in Italy» e un bel like di «Cambiare rotta Bologna», il principale gruppo studentesco, comunista, a sua volta clonatosi in tutte le città universitarie.

D'altra parte l'Irna, l'agenzia di stato iraniana, ha così dato conto del 25 aprile: «Migliaia di persone hanno manifestato a Milano a sostegno di Gaza e di condanna del genocidio del regime sionista contro i palestinesi», e sotto il video con lo striscione rosso «Stalingrado in ogni città».

Un solo cartello, questo è certo, non si vedrà sui profili di Hamas, Iran e «compagni», quello del ragazzo che a Milano, su un «A4», aveva scritto «Free Gaza from Hamas».

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