Per i critici il tempismo è quantomeno poco opportuno. Per Pd, M5s e LeU si tratta di un'occasione per una legge per concedere la cittadinanza ai minori stranieri. Così mentre il mondo è scosso dall'invasione russa dell'Ucraina, lo Ius soli torna al centro del dibattito politico. Il segretario del Pd Enrico Letta annuncia per la «settimana prossima» una nuova proposta di legge. Dopo il rilancio sul Ddl Zan - che potrebbe tornare in aula dopo la tagliola - va in pressing sullo Ius culturae intervenendo all'Agorà del Pd dal titolo: «Immigrazione: cambiare è necessario». «Forse c'è una chance perché si possa fare nei prossimi dodici mesi una nuova legge sulla cittadinanza», spiega Letta. Che aggiunge: «In commissione si sta muovendo qualcosa e la settimana prossima vedremo se una nuova proposta di legge di cittadinanza può avvenire. Se avviene c'è il tempo per fare un passo avanti in questa legislatura».
In realtà una proposta di legge già esiste, e dovrà essere discussa in Commissione Affari Costituzionali alla Camera. Il principio, stavolta, è quello dello Ius Scholae. Infatti l'idea è di legare la concessione della cittadinanza ai minori stranieri alla frequenza di un ciclo scolastico di cinque anni. La proposta, presentata dal presidente della Commissione Affari Costituzionali, il deputato Giuseppe Brescia del M5s stabilisce che «un bambino nato in Italia o arrivato in Italia prima di avere compiuto 12 anni, nel momento in cui compie un ciclo scolastico di 5 anni, facendone richiesta, ottiene la cittadinanza italiana». Un cambiamento di paradigma rispetto all'orientamento precedente, con cui il centrosinistra a trazione Pd, Cinque Stelle e Leu punta ad allargare il bacino dei potenziali sostenitori della legge. Il primo firmatario Brescia è fiducioso: «Credo che il modello dello ius scholae possa trovare un consenso largo, anche perché mette al centro il valore della scuola, il ruolo dei nostri insegnanti. È in classe che si costruisce la cittadinanza, l'appartenenza a una comunità. Ho lavorato su questo testo semplice che può essere approvato già in questa legislatura».
Un testo difficile da digerire per il centrodestra, soprattutto in questo periodo di turbolenze internazionali. I partiti della coalizione formata da Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia hanno già fatto sapere che non se ne parla e che bisogna dare priorità al conflitto tra Russia Ucraina.
Però il testo potrebbe compattare il fronte giallorosso intorno a una nuova battaglia civile in una fase complicata per l'alleanza progressista. Con Giuseppe Conte che negli scorsi giorni ci ha tenuto a marcare le differenze con le alchimie lettiane di un maxi «campo largo» che comprenda sia i grillini sia le forze riformiste più moderate.
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