Joe Biden si prepara al commiato da presidente degli Stati Uniti e da cinquant'anni di carriera politica. La sua ultima settimana alla Casa Bianca inizia con il discorso sulla politica estera al dipartimento di Stato, dove viene accolto da un lungo applauso, mentre domani è il giorno dell'addio alla nazione con un intervento in prima serata (le 2 del mattino italiane) dallo Studio Ovale. Poi, lunedì, parteciperà all'insediamento del successore Donald Trump. Durante il suo mandato, Biden è passato dalla lotta alla pandemia di Covid al ritiro degli Stati Uniti dall'Afghanistan, dalla guerra della Russia in Ucraina all'attacco di Hamas a Israele, che ha portato al conflitto in Medioriente. Proprio su questo fronte, punta a chiudere in extremis l'accordo per il liberare gli ostaggi e il cessate il fuoco a Gaza, una «speranza concreta», secondo i suoi consiglieri. Domenica il comandante in capo ha sentito il premier israeliano Benjamin Netanyahu, e ieri ha parlato con l'emiro del Qatar Tamim bin Hamad Al Thani dei negoziati in corso a Doha.
«L'accordo per la tregua a Gaza è sul punto di essere raggiunto. In tanti anni ho imparato a non arrendermi mai», afferma. Biden si dice «ottimista per il futuro». «L'America è più forte dei suoi avversari rispetto a quattro anni fa. Stiamo vincendo la sfida globale», sottolinea ricordando le «sfide e le crisi» che gli Stati Uniti hanno affrontato sotto la sua amministrazione: «Ora siamo più forti economicamente, militarmente e dal punto di vista diplomatico». «La Nato è più capace che mai: 23 alleati pagano la giusta quota» per la difesa, prosegue, in quello che sembra un messaggio al tycoon.
«Quando Putin ha invaso l'Ucraina pensava di conquistarla in pochi giorni, ma ha fallito tutti i suoi obiettivi strategici. L'Ucraina è ancora un Paese libero e indipendente - dice ancora - L'Iran e i suoi alleati sono più deboli. Siamo in una migliore posizione nella competizione con la Cina, che non ci ha sorpassato e non sorpasserà mai l'economia Usa».
Sul fronte della politica estera, Biden continua anche a fare pressione sui talebani per il rilascio di tre americani che Washington ritiene ingiustamente detenuti in Afghanistan dal 2022. E ieri, Pennsylvania Avenue ha annunciato una nuova stretta alle esportazioni di chip per l'intelligenza artificiale, nel tentativo di limitare l'ascesa tecnologica della Cina e di altri rivali quali la Russia, l'Iran e la Corea del Nord. Le nuove disposizioni includono un tetto ai semiconduttori per l'Ia che possono essere esportati in circa 120 Paesi, a esclusione dei 18 più stretti alleati americani. Sul fronte interno, sta valutando se concedere la grazia preventiva a persone che la Casa Bianca ritiene possano essere obiettivi della rappresaglia del successore, come l'ex deputata repubblicana del Wyoming Liz Cheney, acerrima nemica di Trump.
Biden, tuttavia, chiude il suoi quattro anni nello Studio Ovale con un indice di gradimento così basso che non si vedeva dai tempi dell'ex presidente Jimmy Carter: solo il 37% degli americani approva il suo operato, 5
punti in più di quando Carter ha lasciato la Casa Bianca (anche lui dopo un solo mandato) ma comunque molto al di sotto del 53% che l'attuale comandante in capo aveva nella prima settimana di governo, secondo FiveThirtyEight.
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