Tornare a sperare e aspettare. Se non una persona- perchè in tempo di Covid è diventato praticamente impossibile- almeno una lettera. Una cartolina; doni dal valore inestimabile. Veri e propri tesori da desiderare come la Vigilia di Natale. Voglia di vita e di sorridere.
Alla casa di risposo Sacro Cuore di Pianello del Lario, sull'alto lago di Como ogni mattina arriva il postino che è diventato come una visione. È grazie a lui e a quello che porta in regalo che i cinquantuno ospiti hanno ricominciato a sentirsi vivi. Ogni giorno il porta lettere arriva come non era mai successo prima: stracarico di lettere e di cartoline per ognuno di loro che come bambini aspettano di aprire le buste. Loro che credevano di essere stati messi tra parentesi e dimenticati. É dal 13 ottobre infatti che le visite con i famigliari sono sospese, da quando il rischio dei contagi è tornato altissimo: bisogna prima di tutto tutelare i più fragili, evitare i contatti con l'esterno il più possibile. Solitudine e frustrazione erano diventati insopportabili, l'idea di non vedere arrivare più nessuno, una figlia, i nipotini, la moglie, un dolore e uno strazio insopportabile da abbinare alle lunghe, interminabili giornate. Un buio dentro e fuori, preludio di un inverno difficile. «Giorni di malinconia e solitudine profonde - racconta Fosca Bettiga, educatrice, sono qui da 17 anni, c'è molto di più del lavoro in questo posto». L'idea come un lampo che illumina: «ho pensato di lanciare un appello sui gruppi social di viaggiatori e scrittori». Un messaggio semplice che sa però andare dritto al cuore: «Ciao a tutti, ricevere una cartolina ci fa molto piacere - il messaggio lanciato dalle sponde di Pianello. Possiamo chiedervi di riempirci le giornate con qualche messaggio dal mare, dalla montagna, dalla pianura, dalla campagna e farci sentire un po' meno isolati in questo periodo un po' particolare per noi? Ringraziamo in anticipo chi vorrà dedicarci un attimo del sul tempo e assicuriamo tanti bei pensieri per tutti voi». Ed ecco l'Italia migliore che si risveglia dal torpore e risponde. Si fa carico della sofferenza di persone lontane, che probabilmente non incontrerà mai ma che avverte vicine. Ed è arrivata un'onda lunghissima di decine di mail e cartoline che ha fatto vibrare di gioia gli uomini e le donne, quasi tutti sui 90 anni, che avevano smarrito l'attesa. Oggi sanno che non sono soli anche se sanno che a pagare il prezzo più alto dell'isolamento sono proprio i più fragili. A Como come in tutto il resto d'Italia. Ci sono degli sconti sul prezzo però. Dipende tutto dai direttori ed educatori, sono loro che possono, in questo spazio di desolazione, tracciare la differenza, trovare soluzioni. A Castelfranco Veneto pochi giorni fa abbiamo scritto di separè in plastica perfettamente isolante che garantiscono la possibilità agli ospiti di tornare ad abbracciare i propri cari. Un progetto pensato e voluto direttamente dalla direttrice che ha capito e percepito il dolore dei suoi anziani e ha voluto trovare un modo per reagire. Una vittoria contro il covid ma ancora di più contro quella mentalità che ristagna in tanti, troppi direttori che gestiscono i centri aspettando semplicemente che la tempesta passi. Si ma intanto? Intanto bisogna attrezzarsi affinchè questi nonni non si sentano abbandonati, ma abbiano la loro porzione di vita, di sorrisi, di attesa appunto.
E le cartoline, le lettere vanno proprio in questa direzione: una luce in quel loro spazio diventato così lontano e scollegato dal mondo. Un mondo che ha dovuto chiudere i cancelli per proteggerli e lasciarli fuori. Ma almeno, intanto, invia messaggi. Inviamoli.
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