L'ultima battaglia: "Difendo i balneari". E l'Europa chiarisce. "Le gare non sono obiettivo del Pnrr"

Una mezza retromarcia. Anzi, no. Da Algeri la premier Giorgia Meloni spiega di non aver abbandonato al suo destino il popolo dei balneari e la loro battaglia per allungare le concessioni che dovrebbero essere messe a gara

L'ultima battaglia: "Difendo i balneari". E l'Europa chiarisce. "Le gare non sono obiettivo del Pnrr"

Una mezza retromarcia. Anzi, no. Da Algeri la premier Giorgia Meloni spiega di non aver abbandonato al suo destino il popolo dei balneari e la loro battaglia per allungare le concessioni che dovrebbero essere messe a gara, secondo il Consiglio di Stato e la Ue, alla fine di quest'anno. Meloni si destreggia ma non arretra, FdI non ha segnalato l'emendamento salvabalneari al Millepeoroghe, l'Europa segue col binocolo puntato le grandi manovre parlamentari, e dunque la presidente del consiglio esplora una via mediana che tenga insieme le richieste dei gestori e quelle della Ue, decisa a iniettare il principio della libera concorrenza anche sulle spiagge.

Un equilibrio difficile, anzi un esercizio di equilibrismo. «La questione è complessa - spiega Meloni da Algeri - ma non ho cambiato idea sul tema della difesa dei balneari da una direttiva», la Bolkenstein, «che non andava applicata. Quello che ora si tratta di capire è quale sia la soluzione più efficace a livello strutturale. Io immagino una soluzione non temporanea. Il mio obiettivo è mettere in sicurezza quegli imprenditori».

Imprenditori che erano in allarme perché FdI, come la Lega e FI, aveva presentato un emendamento al Milleproroghe che sfidava la Ue e il Consiglio di Stato togliendo la scadenza alle concessioni, ma poi stranamente il gruppo non aveva segnalato il testo che quindi è destinato fatalmente a cadere nel nulla.

Che succede? Il partito della premier scarica la categoria sull'altare delle buone relazioni con Bruxelles? Qualcuno fa notare che su molti temi la Meloni barricadiera e di opposizione si è ammorbidita una volta passata dall'altra parte del tavolo e ora si comporta in modo diverso, abbandonando per strada le promesse fatte: esattamente come è successo per la querelle sulle accise con i benzinai che da questa sera sciopereranno per 48 ore.

In realtà la giravolta non c'è stata e se è avvenuta si cerca di ridurne l'impatto: dobbiamo «capire - insiste Meloni - se è più efficace la proroga o altre soluzioni».

La portavoce Ue per l'economia Veerle Nuyts conferma la filosofia antimonopoli della Commissione: «Le norme nazionali assicurino la parità di trattamento degli operatori senza alcun vantaggio diretto o indiretto per operatori specifici»; insomma nessun cedimento, ma nello stesso tempo Nuyts dà una notizia che è un punto per i signori degli stabilimenti in riva al mare: «Le concessioni balneari non sono formalmente comprese negli obiettivi e nelle milestones del Pnrr». Insomma, c'è un ostacolo in meno nella difesa degli interessi del settore, anche se la situazione di fondo non cambia.

Domani nelle commissioni Bilancio e Affari costituzionali del Senato si entra nel vivo con l'esame dei 200 emendamenti segnalati e la maggioranza si prepara alla sfida. «Con me - afferma il senatore leghista Gian Marco Centinaio - la Meloni sfonda una porta aperta. Quel che di strumentale si può fare, va benissimo. Se è per portare a gara le concessioni diciamo no grazi ma se è per far capire all'Europa che gli stabilimenti balneari non sono un servizio e quindi sono fuori dalla direttiva Bolkenstein, allora siamo disponibili». In trincea anche il forzista Maurizio Gasparri, vicepresidente di Palazzo Madama: «Leggo con piacere che le concessioni non sono formalmente nel Pnrr.

Questa affermazione dimostra quanto sia percorribile la strada di una proroga per chiarire lo stato delle cose anche alla luce di una sentenza del Consiglio di Stato piena di errori e della discutibile applicazione della Bolkenstein».

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