Passi che la propaganda è il sale della guerra e che ogni dichiarazione ufficiale necessiti di essere filtrata e interpretata per capire quale sia l'effettiva realtà. Ma la maggior parte di quel che esce dal Cremlino è catalogabile come bugia senza troppe analisi. A volte anche sfiorando il ridicolo. Ieri mattina, il contrammiraglio Vladimir Tsimlyansky, numero due del dipartimento organizzazione e mobilitazione dello Stato Maggiore russo, afferma tronfio e sicuro: «Lo Stato Maggiore non ha piani per un'ulteriore mobilitazione». Poche ore più tardi il presidente russo Vladimir Putin, il suo capo, firma il decreto sulla coscrizione autunnale dei cittadini russi che porterà sotto le armi 130mila persone tra i 18 e i 27 anni dal 1 ottobre, domani, al 31 dicembre 2023. L'esatto contrario. E conta veramente poco che alcuni capoccia di Mosca si affrettino a dire che i nuovi coscritti non partiranno per l'Ucraina. Dopo la fuga di migliaia di giovani con l'ultimo arruolamento, basterebbe chiedere a loro cosa temono e cosa si provi a essere un militare in questo momento storico in Russia. Non proprio un sogno che si realizza.
Che gli arruolati volontari siano pochissimi e che la Russia abbia bisogno di uomini al fronte è un dato di fatto. Per questo si cerca di reclutare gli ultimi della società tra cui tanti immigrati a chi viene promesso uno stipendio e il passaporto. Ovviamente in caso di ritorno a casa. E per lo stesso motivo, ecco rispuntare Andrei Troshev, detto «Sedoi» (capelli grigi). Si tratta dell'ex comandante del gruppo Wagner, fu braccio destro del fu patron del gruppo Wagner Evgheni Prigozhin. Troshev è stato ricevuto al Cremlino da Putin in persona che lo ha incaricato di «formare un corpo di volontari da inviare a combattere in Ucraina»In buona sostanza una nuova Wagner, con libertà di arruolare chiunque, anche pescando tra i carcerati russi, ma questa volta con un leader fedele e asservito. Il portavoce del Cremlino Peskov ha infatti precisato che «Troshev lavora già al ministero della Difesa». L'incarico, proprio quando l'intelligence britannica ha dato notizia che molti ex Wagner sono già tornati a combattere a due mesi dalla morte di Prigozhin. «È probabile che la loro esperienza sia particolarmente richiesta in questo settore», dicono da Londra, come è probabile che il lavoro di Troshev partirà proprio da quella base. Con i nuovi arruolati pronti a diventare carne da cannone.
Tra i segnali che la guerra sarà ancora lunga, anche l'ultimo test di Mosca a cui ha preso parte anche il falco Dmitry Medvedev. Testato un nuovo missile moderno ad alta precisione nel sito di Kapustin Yar prima di essere utilizzato nel conflitto in Ucraina. «Le caratteristiche sono state significativamente migliorate, il che influisce sia sulla gittata di volo che sulla precisione nel colpire il bersaglio. Anche la testata è stata rafforzata», ha detto Medvedev. Chissà che non sia più preciso del missile che ieri ha colpito un ristorante nel Kherson.
Mentre Mosca conferma le sue scarse relazioni internazionali, ricevendo al Cremlino addirittura una delegazione di funzionari talebani arrivati dall'Afghanistan, Kiev non resta a guardare. Il presidente Zelensky annuncia già per oggi novità di rilievo per quanto riguarda la difesa aerea, i servizi di sicurezza ucraini hanno rivendicato l'attacco di droni contro una sottostazione elettrica nell'oblast russo di Kursk, al confine con l'Ucraina, che serviva le infrastrutture militari dell'esercito russo, con prove fotografiche e anche video a supporto della notizia.
«Gli occupanti cominciano a capire che la parola blackout non è loro estranea, ma una realtà a loro vicina. Se la Federazione russa continua ad attaccare le nostre infrastrutture, riceverà in cambio altre esplosioni», ha spiegato una fonte militare preannunciando nuovi raid.
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