L'Umbria operaia e delusa che passa dal rosso al verde

Terni, Spoleto e Umbertide, tripletta del centrodestra. La crisi delle acciaierie ignorata dal Pd lancia la Lega

L'Umbria operaia e delusa che passa dal rosso al verde

«Abbiamo vinto puntando sul tema del lavoro che la sinistra ha completamente dimenticato». Leonardo Latini, neosindaco leghista della rossa Terni, è raggiante nonostante la notte di celebrazioni. Il capoluogo umbro è tornato al centrodestra dopo 20 anni dal liberale Ciaurro, ma questa volta la storia è diversa. «La Lega è il partito più votato all'Ast (le storiche acciaierie ora del gruppo ThyssenKrupp) - racconta Latini - e ho incontrato gli operai dell'Eskigel (produttore di gelati per le private label), una fabbrica dove prevalgono i contratti a termine». Insomma, quello a trazione leghista è un centrodestra molto popolare qui a Terni e Latini («Lallo» per gli amici) dovrà raccogliere la pesante eredità lasciata dal centrosinistra: il Comune è in bancarotta. «Lavorerò con l'organismo di liquidazione per ridurre al minimo l'impatto sociale», conclude mentre chi passa dinanzi a Palazzo Spada, sede del Comune, lo saluta e lo incita: «Bravo! Ci hai liberati!».

E, in effetti, ai cancelli dell'Ast gli operai dell'impianto siderurgico non nascondono di averlo votato. «La sinistra ha toccato i diritti e questa punizione se la meritava», afferma un dipendente all'uscita. «Ho votato Latini per metterlo alla prova», gli fa eco un altro collega mentre un terzo invia un messaggio alla sinistra. «Ho scelto Latini perché è una brava persona, spero che ora qualcuno ascolti e inizi a pensare con la propria testa», dichiara. «È stato uno tsunami che ha punito una classe dirigente del Pd incapace di ascoltare la base su temi come la sicurezza, il degrado, la mancanza di investimenti e di lavoro: noi glielo abbiamo detto da tempo, ma si sono convinti di poter continuare a governare asserragliati nel bunker», chiosa il segretario provinciale della Cgil, Attilio Romanelli.

Quello del centrodestra in Umbria è stata una tripletta: oltre a Terni sono stati conquistati gli altri due Comuni al ballottaggio. A Spoleto ha prevalso al fotofinish il magistrato Umberto De Augustinis ed è caduta anche la roccaforte rossa di Umbertide, finita commissariata per le faide interne al Pd: Luca Carizia è il nuovo primo cittadino. Per quanto si tratti di centri con una vocazione industriale, a essere sconfitta è anche la narrazione piddina che voleva l'Umbria ridotta in una dimensione bucolica, una sorta di buen retiro per l'avanguardia intellettuale romana. «Sono tutte affermazioni importanti per un centrodestra compatto in grado di scegliere i candidati giusti», commenta il coordinatore regionale di Forza Italia Catia Polidori aggiungendo che «a Terni abbiamo vinto il derby di governo contro un esponente pentastellato, mentre a Spoleto e Umbertide abbiamo evitato apparentamenti che ci avrebbero penalizzato». Secondo Polidori, si tratta di confermare «un'alleanza storica anche per le Regionali dove Forza Italia continuerà a rappresentare la parte moderata della coalizione». Dello stesso avviso anche il senatore Franco Zaffini, che per Fratelli d'Italia ha giocato un ruolo da regista.

«Perugia, Terni, Todi, Spoleto e Umbertide rappresentano più del 50% dell'elettorato umbro: solo il centrodestra può perdere le Regionali nel 2020», afferma Zaffini evidenziando che «il centrodestra nella sua formazione tradizionale è rimasto nel cuore degli italiani e, quindi, questa formula va confermata anche se i pesi sono cambiati rispetto al passato». È probabile che pure Salvini abbia recepito il messaggio.

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