In Ucraina si combatte nelle vecchie trincee. A Gaza i tunnel di Hamas restano la vera incognita. Ma in una futura guerra tra Washington, Mosca e Pechino il vero campo di battaglia sarà lo spazio.
Solo ieri il portavoce della Difesa statunitense Patrick Ryder ha denunciato il lancio di un satellite russo «in grado, presumibilmente, di attaccare altri satelliti nell'orbita terrestre più bassa». Una denuncia che s'aggiunge a quelle di settimane fa quando fonti del Pentagono hanno ipotizzato il lancio nello spazio di armi nucleari russe capaci di neutralizzare i satelliti utilizzati da Washington per il controllo di trasmissioni, geolocalizzazione e intercettazioni.
Nel frattempo l'America non sta certo a guardare. «Space Force» l'agenzia creata nel 2019 ed incaricata di sviluppare strategie e ricerche nell'ambito delle «guerre spaziali» amministra un budget che il prossimo anno supererà i 25 miliardi di dollari. Una cifra definita indispensabile per garantire il dominio dello spazio «perché - spiega il generale Chance Saltzman, comandante dell'agenzia - se non lo controlliamo perdiamo».
Del resto le strategie spaziali non sono certo una novità. Il primo a ipotizzare le cosiddette Star Wars fu il presidente Ronald Reagan nei primi anni '80. Ma l'idea di usare i satelliti per abbattere a colpi di laser i missili sovietici risultò troppo costosa anche per gli Usa. E infatti l'amministrazione Clinton ne ordinò la cancellazione.
Oggi invece le guerre stellari sono una realtà anche se coperta dal segreto più assoluto. Lo spazio-plano X37B, una sorta di drone prodotto dalla Boeing, che utilizza i razzi Space X di Elon Musk per raggiungere lo spazio, ha già compiuto sette missioni restando in orbita per mesi e rientrando autonomamente sulla terra. Ad oggi il Pentagono si guarda bene dal rivelare gli esperimenti realizzati in campo militare dall'X37B e quali possano essere i suoi impieghi specifici. Gli analisti lo descrivono come una piattaforma per il coordinamento delle strategie spaziali e il controllo dei missili incaricati di colpire i satelliti nemici.
In tutto questo neppure Pechino se ne sta con le mani nelle mani. Stando al segretario dell'aviazione militare statunitense Frank Kendall la «Cina sta dispiegando una serie di iniziative spaziali progettate per colpire le nostre forze nel Pacifico Occidentale». Secondo i generali americani il Dragone dispone di una rete satellitare capace di individuare, seguire e colpire le iniziative di Stati Uniti e alleati nel Pacifico. Non a caso ha sviluppato uno spazio-plano conosciuto con il nome di Shenlong (Dragone Divino) arrivato alla terza missione. Missioni - segrete come quelle americane - durante le quali il Dragone Divino mette in orbita oggetti altrettanto misteriosi.
E lo stesso dicasi per Mosca che - al pari di cinesi e americani - sta sviluppando in gran segreto il satellite militare Cosmos 2570. Stando a quanto fanno intendere gli americani si tratterebbe di una sorta di «matrioska» spaziale, capace di trasportare al proprio interno armi nucleari o sub satelliti capaci di attaccare gli omologhi nemici.
Mosca per ora smentisce tutto. Ma grazie alle sue tecnologie laser - ben superiori a quelle annunciate quaranta anni fa dall'amministrazione Reagan - il Cremlino potrebbe oggi tenere sotto tiro l'intera rete satellitare statunitense.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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